Commedia |
3 (1 Inf., 2 Par.). |
Commedia |
tela Par. 3.95 (:), 17.102; tele Inf. 17.18. |
Dal
lat. tela (DELI 2 s.v.). Il termine, att. in volg. dal 1233-43 nel
Libro di Mattasalà di Spinello d'area sen. (cfr.
Corpus OVI), conta tre occ. nella
Commedia. A
Inf. 17.18 la pelle della parte superiore del corpo di Gerione viene paragonata alle tele di «sovrabbondante decorazione, "a significare i tramati inganni" (Tommaseo)» (cfr. Bellomo,
ad l.) prodotte dalla tessitrice Aracne, protagonista del celebre mito ovidiano che ne narra la metamorfosi in ragno (vd. anche
drappo). Al campo metaf. tessile si affianca quello della caccia, richiamato dall'orditura della tela del ragno (cfr. Corrado,
Inf. XVII, p. 539). A
Par. 3.95 il sost. è parte di una metaf. tessile volta a rappresentare l'incompiutezza del voto di castità di Piccarda, forzatamente interrotto dal matrimonio politico con Rossellino della Tosa (vd. anche
spuola; cfr.
ED s.v.). Scrive
Iacomo della Lana che «era stata religiosa, ma non avea accompita tutta la storia» (
ad l.)
. Nel contesto di
Par. 17.102,
tela evoca l'immagine di un tessuto confezionato grazie all'intreccio dei fili della
trama (vd.) in quelli già tesi dell'
ordito (vd.) e metaf. indica la domanda posta da Dante a Cacciaguida. Tale signif. è messo in evidenza già negli antichi commenti (
Francesco da Buti: «chiamando
trama l'esposizione: trama è la tessitura de la tela, che si tesse nell'orditura e compie la tela, e così l'esposizione detta di sopra è stata compimento al dubbio di Dante,
In quella tela; cioè in quello dubbio»,
ad l.).
Autore: Valentina Iosco.
Data redazione: 30.08.2022.
Data ultima revisione: 22.07.2025.