Vocabolario Dantesco
spuola s.f.
Commedia 2 (1 Inf., 1 Par.).
Commedia spuola Inf. 20.122, Par. 3.96 (:).
Vocabolari: Crusca in rete, ED.
Prima att. Germanismo da *spola, «entrato prob. già nel lat. d'epoca imperiale, e non dal got. spōla, perché i continuatori romanzi presuppongono una ò aperta» (DELI 2 s.v. spola). Il sost. conta un'att. pressoché coeva o di poco successiva (rispetto all'occ. infernale) nel volg. dell'Eneide di Ciampolo di Meo Ugurgieri, testo sen. collocabile, secondo l'ed. Lagomarsini, negli anni 1515-1521 («Ed il caldo subbitamente abandonò l'ossa della misera, ed immantenente l'isventurata, gittando in terra la spola, corre, e con pianto ismisurato...» ivi, L. 9, p. 406; lat.: «at subitus miserae calor ossa reliquit, / excussi manibus radii revolutaque pensa, / evolat infelix et femineo ululatu» IX, 475-477; cfr. Corpus OVI). Nel poema il termine occorre due volte (nella forma dittongata spuola, per la quale cfr. Petrocchi, Introduzione, p. 429): a Inf. 20.122 indica meton., assieme ad ago (vd.) e fuso (vd), i lavori tipici femminili abbandonati dalle indovine; a Par. 3.96, invece, spuola è parte di una metaf. tessile intesa a rappresentare l'incompiutezza del voto di castità (la tela, vd.) di Piccarda, forzatamente interrotto dal matrimonio politico con Rossellino della Tosa.
Autore: Barbara Fanini.
Data redazione: 28.07.2021.
Data ultima revisione: 29.10.2021.
1 [Tess.] Rocchetto in legno che, nella tessitura, consente il passaggio avanti e indietro del filo della trama tra quelli dell’ordito. L'ago, la spuola e il fuso: le occupazioni femminili (meton.).
[1] Inf. 20.122: Vedi le triste che lasciaron l'ago, / la spuola e 'l fuso, e fecersi 'ndivine; / fecer malie con erbe e con imago.
[In contesto fig.].
[2] Par. 3.96: così fec' io con atto e con parola, / per apprender da lei qual fu la tela / onde non trasse infino a co la spuola