Vocabolario Dantesco
borsa s.f.
Commedia 5 (2 Inf., 1 Purg., 2 Par.).
Altre opere1 (1 Rime).
3 (3 Fiore).
Commedia borsa Inf. 17.59, 19.72 (:), Purg. 8.129, Par. 16.117, 24.85 (:).
Altre opere borsa Rime 91.6.
borsa Fiore 158.14, 190.11; borse Fiore 115.4.
Per pregio della borsa vd. anche pregio s.m..
Mettere in borsa 1.1.
Dal lat. tardo bursa/byrsa (LEI s.v., 8, 264.9). I principali signif. della borsa dantesca riflettono la situazione dell'it. antico (cfr. TLIO s.v. borsa). Per quanto riguarda il signif. 1, si osservi che la borsa di Inf. 17.59 è appesa al collo dei peccatori di usura, secondo un'iconografia per cui si rinvia a tasca (vd.), parola che, nello stesso canto, assieme a sacchetto (vd.), è utilizzata da Dante per indicare il medesimo oggetto, indispensabile nel vestiario medievale (vd. tasca, Nota). Per quanto riguarda il signif. 2, a Par. 24.85, il contesto fig. permette a Francesco da Buti e a Benvenuto da Imola di glossare borsa con «anima» (per tale contesto, vd. anche lega 1monetapeso). La sua cooccorrenza con il verbo avere nell'espressione avere nella borsa parrebbe assumere un signif. accostabile a quello di imborsare (vd.), ma con un grado di compattezza semantica che sembra minore rispetto a quello di ess. posteriori dello stesso sintagma, nei quali questo ha il signif. di 'intascare' (cfr. Crusca (5) s.v. borsa § XIII e GDLI s.v. borsa § 3). A Purg. 8.129, l'espressione pregio della borsa (per cui vd. anche pregiolarghezza) presenta le var. pregio della bontà del valore (o bontà del pregio in Chig), che giungono fino all'Ed. Crusca (cfr. Petrocchi ad l.). Con il signif. 1 borsa è att. anche nelle Rime e nel Fiore. Un derivato di borsa è rintracciabile nell'antrop. Guglielmo Borsiere (Inf. 16.70).
Locuz. e fras. L'espressione mettere in borsa (Inf. 19.72) è già att. in testi mercantili precedenti alla Commedia, con il signif. di 'intascare, appropriarsi di denaro' (cfr. TLIO s.v. borsa). In Dante tuttavia tale espressione, utilizzata assieme all'ogg. avere (vd. avere 2), sembra assumere un'accezione moralmente neg., in quanto, nei medesimi versi, il simoniaco Papa Niccolò III dichiara di essere stato «cupido» per il suo mercimonio di beni spirituali. Dante, inoltre, con un complesso esercizio retorico (e una punta di sarcasmo), utilizza come ogg. dell'espressione due referenti ontologicamente diversi (avereme), che equiparano, mercificandola, la persona al bene materiale. Allo stesso tempo, borsa ha senso proprio rispetto ad avere, ma metaf. rispetto a me e, in quest'ultimo caso, acquisisce il signif. di 'cavità del terreno', non altrimenti att. in it. antico. Alcuni commenti (fin da Francesco da Buti) identificano tale cavità con i fori (vd. fóro) in cui i simioniaci sono condannati alla tortura della propagginazione, e altri invece con la bolgia in cui tali peccatori si trovano. In base a questa seconda interpretazione, tra l'altro, Dante richiamerebbe il signif. proprio di bolgia (vd.) 'borsa, sacca'. Inoltre, nel passo, borsa potrebbe anche alludere a uno degli attributi che caratterizzano Simon Mago e Giuda Iscariota - rammentati ai vv. 1 e 96 - nell'iconografia medievale (vd. Milani, L'uomo con la borsa).
Autore: Cristiano Lorenzi Biondi.
Data redazione: 24.01.2019.
Data ultima revisione: 30.04.2019.
1 Sacca di tessuto o di pelle, talvolta decorata o impreziosita (e, come simbolo del peccato d'usura, portata al collo), che serve a custodire e trasportare oggetti e beni di diverso genere (in partic. denaro).
[1] Inf. 17.59: E com' io riguardando tra lor vegno, / in una borsa gialla vidi azzurro / che d'un leone avea faccia e contegno.
1.1 Mettere in borsa (l'avere): ottenere e accumulare guadagni in maniera illecita. [Con un esercizio retorico costruito a partire dalla medesima espressione (con me come oggetto):] cavità nel terreno, forse lo stesso che bolgia (metaf.). || Cfr. Nota - Locuz. e fras.
[1] Inf. 19.72: e veramente fui figliuol de l'orsa / cupido sì per avanzar li orsatti, / che su l'avere e qui me misi in borsa.
2 L'insieme dei beni di una famiglia o di una persona; patrimonio (estens., anche in contesto fig.).
[1] Par. 16.117: L'oltracotata schiatta che s'indraca / dietro a chi fugge, e a chi mostra 'l dente / o ver la borsa, com' agnel si placa, / già venìa su, ma di picciola gente...
[2] Par. 24.85: Assai ben è trascorsa / d'esta moneta già la lega e 'l peso; / ma dimmi se tu l'hai ne la tua borsa.
2.1 [Con rif. a uno dei valori dell'etica cortese:] pregio della borsa: disinteressata generosità nel donare, liberalità.
[1] Purg. 8.129: e io vi giuro, s'io di sopra vada, / che vostra gente onrata non si sfregia / del pregio de la borsa e de la spada.