Vocabolario Dantesco

Accademia della Crusca - CNR Opera del Vocabolario Italiano

Vocabolario Dantesco

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acuto agg.
Frequenza:
Commedia 15 (7 Inf., 5 Purg., 3 Par.).
Altre opere1 (1 Rime).
Lista forme e index locorum:
Commedia acuta Purg. 24.110 (:); acute Par. 22.126 (:); acuto Par. 26.70, 28.17; aguta Inf. 14.53 (:), 27.59, 30.99, Purg. 29.140 (:); agute Inf. 33.35, Purg. 18.16, 25.84 (:); aguti Inf. 26.121 (:); aguto Inf. 21.34, 27.132 (:), Purg. 18.106.
Altre opere acuto Rime d. 16.1.
Locuz. e fras.: Per febbre aguta vd. anche febbre s.f..

Corrispondenze: Testi italiani antichi:
Corpus OVI,
DiVo,
LirIO,
Prosa fior. sec. XIII,
Petrarca e Boccaccio.
Vocabolari: TLIO, Crusca in rete, ED.
Nota:
Predomina la forma sonorizzata, normale a Firenze e in gen. in tutta l'area tosc. (cfr. Castellani, Gramm. stor., p. 139). L'uso dell'agg. è doc. già nel volg. crem. di Uguccione da Lodi (inizi Duecento) con il senso propr. di 'acuminato, affilato' (vd. TLIO s.v. acuto). È ancor più precoce il ricorso ad aguto con valore sost., testimoniato già dal Conto navale pisano (prima metà del sec. XII) nell'accezione concreta di 'chiodo' (vd. TLIO s.v. aguto; cfr. anche LEI s.v. acutus, 1, 588.45; 591.19; qui sono registrate anche alcune occ. dell'agg. sost. in testi mediolat. di metà Trecento). In Dante, l'agg. si declina in un ventaglio semantico ampio, che arriva a comprendere le accezioni estens. e fig. ammesse dall'acutus lat. e già sperimentate dal corrispettivo volg. (vd. TLL s.v. acutus, 1, 463.27; TLIO s.v. acuto). Esso si applica infatti ad armi da taglio (cfr. anche Rime d. 16.1: «De' tuoi begli occhi un molto acuto strale») e a oggetti appuntiti in gen. (§ 1), tra i quali è possibile collocare anche la «folgore» di Inf. 14.53 e le «scane» delle cagne di Inf. 33.35. Acuti nella forma sono poi i "corni" guizzanti delle fiamme che avvolgono i consiglieri fraudolenti (§ 1.1) e persino l'«omero» del diavolo su cui è  caricato un barattiere (§ 1.2). Con valore fig., l'attributo può qualificare la sovrannaturale potenza della luce paradisiaca, il cui splendore annienta i deboli occhi umani del pellegrino (§ 2), oppure l'intensità "pungente" di un sentimento e, in partic., di un desiderio (§§ 3, 3.1). Per la connessione acuto/acume e desiderio in Dante, cfr. soprattutto Pertile, «La punta del disio»; per il sentimento ardente che pervade gli accidiosi a Purg. 18.106, cfr. quanto detto s.v. fervore. Si isola l'accostamento dell'agg. alla sfera percettiva e intellettiva dell'uomo (§§ 4, 4.1). Tale uso, certamente non estraneo alla lingua lat. (vd. TLL s.v. acutus, 1, 464.58), nei doc. volg. databili entro la prima metà del sec. XIV è testimoniato da casi esigui e per lo più riconducibili a opere volgarizzate (cfr. ancora TLIO s.v. acuto e Corpus DiVo). Nell'uso dantesco, invece, il rif. di acuto agli occhi – intesi ora come organo sensoriale, ora come organo mentale – e alle «potenze» dell'intelletto acquisisce valori ulteriori e profondamente connessi al tema della visio intellectualis (cfr. Tommaso, Contra Gentiles, III.53.6), nonché all'immagine tradizionale della vista-arma con cui l'uomo affronta la battaglia per il sapere (cfr. Marcozzi, La guerra del cammino, pp. 102-103). Infine, come accade per altri membri della stessa famiglia lessicale (vd. soprattutto acume e aguzzare), l'accostamento di acuto alle facoltà sensoriali o razionali umane perde nel tempo potere metaforico e appare oggi scontato e pienamente lessicalizzato (cfr. Fanini, Attorno all'acume dantesco, i.c.s.).

Locuz. e fras. Cfr. quanto detto s.v. febbre.
1 Dotato di un'estremità a punta e ben affilata.
[1] Inf. 14.53: Se Giove stanchi 'l suo fabbro da cui / crucciato prese la folgore aguta / onde l'ultimo dì percosso fui; [[...]] e me saetti con tutta sua forza: / non ne potrebbe aver vendetta allegra».
[2] Purg. 29.140: mostrava l'altro la contraria cura / con una spada lucida e aguta, / tal che di qua dal rio mi fé paura.
[Con rif. ai denti del cane].
[3] Inf. 33.35: In picciol corso mi parieno stanchi / lo padre e ' figli, e con l'agute scane / mi parea lor veder fender li fianchi.
1.1 [Con rif. alle fiamme che, nell'Inferno, avvolgono i dannati dell'ottava bolgia:] di forma appuntita (estens.).
[1] Inf. 27.59: Poscia che 'l foco alquanto ebbe rugghiato / al modo suo, l'aguta punta mosse / di qua, di là, e poi diè cotal fiato...
[2] Inf. 27.132: Quand' elli ebbe 'l suo dir così compiuto, / la fiamma dolorando si partio, / torcendo e dibattendo 'l corno aguto.
1.2 [Con rif. a una parte del corpo:] sporgente (estens.).
[1] Inf. 21.34: L'omero suo, ch'era aguto e superbo, / carcava un peccator con ambo l'anche, / e quei tenea de' piè ghermito 'l nerbo.
2 [Con rif. alla luce:] molto intenso, difficilmente sostenibile agli occhi (fig.).
[1] Par. 26.70: E come a lume acuto si disonna / per lo spirto visivo che ricorre / a lo splendor che va di gonna in gonna, / [[...]] sì nescïa è la sùbita vigilia / fin che la stimativa non soccorre...
[2] Par. 28.17: un punto vidi che raggiava lume / acuto sì, che 'l viso ch'elli affoca / chiuder conviensi per lo forte acume...
3 [Con rif. a un sentimento:] intenso, violento (fig.).
[1] Purg. 18.106: «O gente in cui fervore aguto adesso / ricompie forse negligenza e indugio / da voi per tepidezza in ben far messo...
[2] Purg. 24.110: quasi bramosi fantolini e vani / che pregano, e 'l pregato non risponde, / ma, per fare esser ben la voglia acuta, / tien alto lor disio e nol nasconde.
3.1 Desideroso e pronto (ad affrontare un'impresa), volenteroso.
[1] Inf. 26.121: Li miei compagni fec' io sì aguti, / con questa orazion picciola, al cammino, / che a pena poscia li avrei ritenuti...
4 [Con rif. allo sguardo:] penetrante, attento (fig.).
[1] Par. 22.126: «Tu sè sì presso a l'ultima salute», / cominciò Bëatrice, «che tu dei / aver le luci tue chiare e acute; / e però, prima che tu più t'inlei, / rimira in giù, e vedi quanto mondo / sotto li piedi già esser ti fei...
4.1 [Con rif. alle facoltà intellettive:] sottile, perspicace (fig. e in contesto fig.).
[1] Purg. 18.16: «Drizza», disse, «ver' me l'agute luci / de lo 'ntelletto, e fieti manifesto / l'error de' ciechi che si fanno duci.
[2] Purg. 25.84: l'altre potenze tutte quante mute; / memoria, intelligenza e volontade / in atto molto più che prima agute.
5 [Med.] Febbre aguta: afflizione che si sviluppa all'interno dell'apparato circolatorio.
[1] Inf. 30.99: L'una è la falsa ch'accusò Gioseppo; / l'altr' è 'l falso Sinon greco di Troia: / per febbre aguta gittan tanto leppo».


Autore: Barbara Fanini 17.10.2019 (ultima revisione: 04.11.2019).