Vocabolario Dantesco
battere v.
Commedia 20 (10 Inf., 5 Purg., 5 Par.).
Altre opere1 (1 Rime).
7 (5 Fiore, 2 Detto).
Commedia batte Inf. 3.111, 11.71, 24.9, Purg. 1.101, 7.106, 12.98, 14.151, Par. 24.102; battendosi Inf. 18.124; batter Inf. 30.89, Par. 11.3, 13.36, 20.147; batterò Inf. 22.115; batti Inf. 26.2, Purg. 19.61; battien Inf. 18.36; battiensi Inf. 9.50; battuta Par. 9.45; battuti Inf. 16.24.
Altre opere batte Rime d. 4.2.
batte Detto 86 (:); battea Fiore 192.8; battendo Fiore 6.1 (:); batti Fiore 69.9; battuta Fiore 188.13 (:), 192.13; battuto Detto 168 (:).
Per battere a terra le calcagne vd. anche calcagno s.m.; per battersi l'anca vd. anche anca s.f..
Batter l'ali 2.1, batter le ali in basso 2.1, battere incude 4, battersi a palme 1.3, battersi il petto 1.3, battersi la zucca 1.3.
Dal lat. battuere 'percuotere' (LEI s.v., 5, 344.1). Il verbo risulta att. per la prima volta nel Patto Aleppo, antico doc. ven. del 1207-1208, con rif. alla lavorazione del metallo; ma conta altrettante precoci att. dagli inizi del sec. XIII, nell'accezione principale di 'colpire duramente e/o ripetutamente (con qsa)' (cfr. TLIO s.v.). Tale valore emerge in tutta l'opera dantesca e, in partic., nel poema in due contesti infernali (§ 1), con rif. ai colpi inferti ai dannati ora da Caronte col suo remo (Inf. 3.111), ora dai demoni cornuti armati di ferza (vd., Inf. 18.36). In partic. a Inf. 16.24 il signif. di 'percuotere' ben si addice all'immagine dei campioni «nudi e unti» (v. 22; vd. campione, § 2), ossia i lottatori o pugili che si colpiscono tra loro «cum palmis vel pugnis» (Benvenuto da Imola, ad l.). Diversamente, Francesco da Buti associa il verbo all'ausilio di un'arma, ossia «le palle del piombo, che pendeano da una correggia che portavano in mano, per percuotere et avvinghiare l'uno l'altro», e più di recente Malato, (ad l.), secondo cui il passo «insinua che lo scontro sia non a mani nude ma armati». Boccaccio coglie invece un senso trasl. («non interviene alcuna battitura o puntura corporale; ma mentale»). Ha differenti sfumature estens. il battere a Par. 9.45, rif. ai soprusi tirannici subiti dal popolo della Marca Trivigiana, sebbene alcuni esegeti, sin dai più antichi, alludano ai castighi di Dio (cfr. per es. Francesco da Buti e Chiavacci Leonardi); e con connotazione più specif. religiosa, il battere d'ascendenza biblica (2 Macc. 9,5) di Purg. 14.151, per indicare la punizione divina. Si distinguono i valori rifl. intrans. e trans., rif. ai gesti del percuotersi (§ 1.3, vd. sotto). Con usi trans. (§§ 3, 3.1), il verbo ricorre in rif. alle onde del mare che bagnano l'isola del Purgatorio (Purg. 1.101) e alla pioggia infernale che cade dall'alto sui golosi, tormentandoli (Inf. 11.71). Si individuano partic. accezioni tecniche del verbo, anche in contesti metaf. In senso propr., al § 4.1, il verbo indica l'operazione monetaria del coniare (Inf. 30.89), già del lat. e del volg. (cfr. MLW s.v. batto, 1,4.1396.12-15; TLIO s.v., § 1.5; Corpus OVI, in partic. Pieri, Croniche, 27.5: «battere il Fiorino»). Più generic., a Par. 24.102, si fa rif. alla lavorazione del ferro sull'incudine per rappresentare i limiti della natura rispetto ai miracoli. Al § è tecnicismo agricolo, in uso nelle lingue romanze e nel mediolat. (cfr. DELI 2 s.v.; TLIO s.v., § 2; FEW s.v. battuere, 1, 294a; MLW s.v., 1,4.1395.53), rif. all'operazione di battitura del grano sull'aia. Dante lo impiega in una lunga metaf., a Par. 13.36, per alludere alla risoluzione del secondo dubbio da parte di san Tommaso, come spiega Landino «chome non si trahe el seme della pagla, cioè della spiga, se non si trita bene, chosì non si trahe el vero ascoso tra molti falsi se con sonma diligentia non si batte et scuote». Testimoniano ulteriori signif. le occ. del Detto 168 con 'sconfiggere' e delle Rime d. 4.2, dove «che non batte vena» indica l'assenza di pulsazioni vitali.
Locuz. e fras. Assai ampio l'uso fras. di battere. L'espressione con valenza intrans. pron. battersi a palme di Inf. 9.50, att. in testi pressoché coevi al poema (cfr. TLIO s.v. palma 2, § 1.3) e anche successivi e non tosc. (Landulfo di Lamberto, ante 1399, nap.: bactiti a palme il pecto, cfr. Coluccia, Un rimatore, p. 212, v. 65), ricalca il sintagma lat. percuotere sibi palmas (o sibi manus percuotere), che era atto usuale per il compianto dei defunti (cfr. Barbi, Problemi, I, p. 267; Malato e Ferretti Cuomo, ad l.). I sintagmi con ogg. diretto battersi l'anca (vd., Inf. 24.7), battersi la zucca (vd., Inf. 18.124) e battersi il petto (Purg. 7.106) indicano gesti che riflettono diversi stati d'animo: le prime due risultano att. per la prima volta in Dante, la terza ha già precedenti due-trecenteschi (cfr. Corpus OVI). Se batter l'ali inteso come movimento ritmico propr. dei volatili è ben doc. nell'it. antico dal Duecento (Proverbia que dicuntur, pag. 554: «Lo gavinelo en le aire bate le ale al vento»; cfr. Corpus OVI), è dantesco l'uso fras. per 'volare' (così in Fiore 6.1; cfr. TLIO s.v., § 1.1.2) nei sensi trasl. di 'diffondersi' a Inf. 26.2, rif. alla fama di Firenze, con richiamo alla Fama alata di Virgilio, Aen. IV 180, e di 'precipitare' a Par. 11.3. Per battere le calcagne vd. calcagno (s.v.).
Autore: Francesca De Cianni.
Data redazione: 26.04.2021.
Data ultima revisione: 09.11.2023.
1 Percuotere qno con un oggetto (con l'intenzione di far del male).
[1] Inf. 3.111: Caron dimonio, con occhi di bragia / loro accennando, tutte le raccoglie; / batte col remo qualunque s' adagia. 
[2] Inf. 18.36: Di qua, di là, su per lo sasso tetro / vidi demon cornuti con gran ferze, / che li battien crudelmente di retro. 
[Con idea di reciprocità].
[3] Inf. 16.24: Qual sogliono i campion far nudi e unti, / avvisando lor presa e lor vantaggio, / prima che sien tra lor battuti e punti, / così rotando, ciascuno il visaggio / drizzava a me, sì che 'n contraro il collo / faceva ai piè continüo vïaggio. 
1.1 Sottoporre qno a maltrattamenti e angherie (estens.).
[1] Par. 9.45: E ciò non pensa la turba presente / che Tagliamento e Adice richiude, / né per esser battuta ancor si pente...
1.2 [Con rif. alla giustizia divina:] infliggere punizioni; castigare (estens.).
[1] Purg. 14.151: Chiamavi 'l cielo e 'ntorno vi si gira, / mostrandovi le sue bellezze etterne, / e l'occhio vostro pur a terra mira; / onde vi batte chi tutto discerne». 
1.3 Pron. Colpire una parte del proprio corpo; percuotersi. Battersi a palme: schiaffeggiarsi (come manifestazione d'ira).
[1] Inf. 9.50: Con l'unghie si fendea ciascuna il petto; / battiensi a palme e gridavan sì alto, / ch'i' mi strinsi al poeta per sospetto. 
Battersi l'anca (come manifestazione di rammarico o sconforto).
[2] Inf. 24.9: lo villanello a cui la roba manca, / si leva, e guarda, e vede la campagna / biancheggiar tutta; ond' ei si batte l'anca, / ritorna in casa, e qua e là si lagna, / come 'l tapin che non sa che si faccia...
Battersi la zucca (come gesto di stizza).
[3] Inf. 18.124: Ed elli allor, battendosi la zucca: / «Qua giù m'hanno sommerso le lusinghe / ond' io non ebbi mai la lingua stucca». 
Battersi il petto (in segno di dolore o pentimento).
[4] Purg. 7.106: E quel nasetto che stretto a consiglio / par con colui c'ha sì benigno aspetto, / morì fuggendo e disfiorando il giglio: / guardate là come si batte il petto! 
2 Muovere rapidamente in su e in giù una parte del corpo (rif. alle ali).
[1] Purg. 12.98: Menocci ove la roccia era tagliata; / quivi mi batté l'ali per la fronte; / poi mi promise sicura l'andata. 
2.1 Batter l'ali: volare.
[1] Inf. 22.115: Alichin non si tenne e, di rintoppo / a li altri, disse a lui: «Se tu ti cali, / io non ti verrò dietro di gualoppo, / ma batterò sovra la pece l'ali. 
Batter le ali in basso: precipitare (fig.).
[2] Par. 11.3: O insensata cura de' mortali, / quanto son difettivi silogismi / quei che ti fanno in basso batter l'ali! 
2.1.1 [Rif. al propagarsi della fama] (fig.).
[1] Inf. 26.2: Godi, Fiorenza, poi che sè sì grande / che per mare e per terra batti l'ali, / e per lo 'nferno tuo nome si spande! 
2.2 [Rif. agli occhi:] aprire e chiudere alternatamente (sbattendo le palpebre).
[1] Par. 20.147: E come a buon cantor buon citarista / fa seguitar lo guizzo de la corda, / in che più di piacer lo canto acquista, / sì, mentre ch'e' parlò, sì mi ricorda / ch'io vidi le due luci benedette, / pur come batter d'occhi si concorda, / con le parole mover le fiammette.
2.3 Battere le calcagne: mettersi in cammino (in contesto fig.).
[1] Purg. 19.61: Bastiti, e batti a terra le calcagne; / li occhi rivolgi al logoro che gira / lo rege etterno con le rote magne». 
3 [Rif. alle onde del mare:] colpire frangendosi.
[1] Purg. 1.101: Questa isoletta intorno ad imo ad imo, / là giù colà dove la batte l'onda, / porta di giunchi sovra 'l molle limo: / null' altra pianta che facesse fronda / o indurasse, vi puote aver vita, / però ch'a le percosse non seconda. 
3.1 [Rif. alla pioggia:] colpire cadendo.
[1] Inf. 11.71: Ma dimmi: quei de la palude pingue, / che mena il vento, e che batte la pioggia, / e che s'incontran con sì aspre lingue, / perché non dentro da la città roggia / sono ei puniti, se Dio li ha in ira? / e se non li ha, perché sono a tal foggia?». 
4 Battere incude: martellare (per forgiare un oggetto di metallo) (in contesto metaf.).
[1] Par. 24.102: L'antica e la novella / proposizion che così ti conchiude, / perché l'hai tu per divina favella?». / E io: «La prova che 'l ver mi dischiude, / son l'opere seguite, a che natura / non scalda ferro mai né batte incude». 
4.1 [Econ./comm.] [Con rif. a una moneta metallica:] coniare.
[1] Inf. 30.89: Io son per lor tra sì fatta famiglia; / e' m'indussero a batter li fiorini / ch'avevan tre carati di mondiglia».
5 [Agr.] Percuotere un cereale con uno strumento per separare i chicchi dalla paglia (in contesto metaf.).
[1] Par. 13.36: Ruppe il silenzio ne' concordi numi / poscia la luce in che mirabil vita / del poverel di Dio narrata fumi, / e disse: «Quando l'una paglia è trita, / quando la sua semenza è già riposta, / a batter l'altra dolce amor m'invita.