Commedia |
anca Inf. 19.43 (:), 23.72 (:), 24.9 (:); anche Inf. 21.35 (:), 34.77 (:). |
Battersi l'anca 1, mover d'anca 1.
Germanismo, prob. da
*hanha, attraverso la forma latinizzata
*hanca (ma la base è discussa: cfr. DELI 2; Nocentini s.v.
anca), att. in volg. dalla fine del sec. XIII (cfr. TLIO s.v.
anca). In Dante il termine occorre esclusivamente nella prima cantica, sempre in rima. A
Inf. 21.35 e 34.77,
anca contribuisce, in accostamento ad altri termini anatomici (
omero,
nerbo,
coscia,
zanche), a rappresentare con realismo e precisione la posizione di un dannato (§
1 [1]) o il mirabile "attraversamento" di Lucifero (§
1 [2]). Andrà forse intesa più generic. 'fianco', invece, l'
anca di Virgilio cui s'appoggia il corpo di Dante portato sulle braccia (§
1 [3]).
Locuz. e fras. Le polirematiche
battersi l'anca, espressione che rende l'istintivo gesto di sconforto del povero «villanello» (
Inf. 24.7), e
mover d'anca, perifrasi per 'passo', risultano att. per la prima volta proprio nel poema. Di entrambe si registrano tuttavia anche occ. successive, accostabili a quelle dantesche – come
battersi le anche,
darsi delle mani nelle anche o
muover l'anca (
verso qno)
–, che lasciano supporre una certa circolazione nell'uso comune, almeno per l'area tosc. (cfr. TLIO s.v.
anca).
Autore: Barbara Fanini.
Data redazione: 11.02.2020.
Data ultima revisione: 02.03.2020.