Vocabolario Dantesco
scoglio (1) s.m.
Commedia 17 (17 Inf.). [+var.: 1 (1 Inf.)]
Altre opere1 (1 Fiore).
Commedia iscoglio Inf. 21.107; scogli Inf. 18.16 (:); scoglio Inf. 16.135, 18.69, 18.111, 19.8, 19.131, 20.26, 21.30, 21.43, 21.111, 24.61, 26.17 (:), 27.134, 28.43, 29.38, 29.53. [+var.: schoglio Ham Inf. 21.60].
Altre opere iscoglio Fiore 48.7 (:).
Adattamento tosc. del gen. scogiu, dal lat. volg. *scoclus per il lat. classico scopulus ‘scoglio, roccia’ (Nocentini s.v. scoglio). Per Inf. 16.135, Dante utilizza il termine con il signif. maggiormente attestato in it. antico (cfr. TLIO s.v. scoglio 1), ma nel preciso senso di ‘roccia marina che non emerge dall’acqua’ (per il senso di ‘roccia affiorante sull’acqua’ vd. invece Fiore 48.7). Per il resto, la parola scoglio ricorre solo nei canti di Malebolge, dove indica l’arcata monolitica naturale (o la sequenza di esse, unite in un’unica mole rocciosa; per tale signif. vd. anche sassoscheggio) che, assimilata fin da Inf. 18.15 a un ponticello (vd.) o chiamata ponte (vd.) per la sua struttura, permette il passaggio su ciascuna bolgia (o da una bolgia all'altra; vd. bolgia). Non è facile distinguere con esattezza in quali casi prevalga il senso di sequenza di arcate (che, indipendentemente dall'uso del sing. o del plur., si potrebbe supporre per Inf. 18.16 e 69, 21.107 e 111, 27.134 o 29.53), motivo per cui qui si tengono tutte le occ. sotto un’unica definizione (signif. 2). Tale uso deriva prob. dal senso proprio di ‘mole rocciosa o rupe’ - att. in tosc. solo a partire da Cavalca, Dialogo S. Greg. (ante 1330) e minoritario in it. antico - ed è esclusivo della Commedia e dei suoi commentatori (cfr. TLIO s.v. scoglio 1 e il trattamento delle occ. dantesche in GDLI s.v. scòglio 1 § 3). Il signif. 2 è desumibile da vari elementi interni al testo: gli scogli, che si dipartono dalla parete rocciosa del settimo cerchio e si raccolgono in corrispondenza del pozzo dei Giganti (Inf. 18.16-18), hanno una superficie ricca di sporgenze rocciose (vd. per es. rocchio, scheggia e derivati) ma percorribile tramite uno «stretto calle» (Inf. 18.100) che si sviluppa in una salita e in una discesa, le quali si raccordano alla sommità dell’arco (vd.) naturale che sorregge lo scoglio stesso. Man mano che Dante si avvicina alla decima bolgia, gli scogli sembrano diventare più scoscesi (Inf. 24.62-63) e irregolari (Inf. 26.16-18). Per un'accurata descrizione degli scogli danteschi si veda anche Rebuffat, «Luogo è in inferno detto Malebolge», pp. 48-53 (cfr. anche Tavoni, Schede, pp. 195-197); Bellomo, p. 295, annovera il lemma nell'«ampio ventaglio di sinonimi» utilizzati da Dante per descrivere gli «elementi costitutivi di Malebolge». A Inf. 21.60 scoglio ricorre come var. di scheggio (vd.) con un'accezione diversa rispetto a quella espressa sotto il signif. 2.
Autore: Cristiano Lorenzi Biondi.
Data redazione: 22.05.2018.
Data ultima revisione: 06.12.2018.
1 Roccia marina (sommersa).
[1] Inf. 16.135: sì come torna colui che va giuso / talora a solver l'àncora ch'aggrappa / o scoglio o altro che nel mare è chiuso, / che 'n su si stende e da piè si rattrappa.
2 [Nell’ottavo cerchio infernale:] arcata monolitica naturale, dalla superficie irregolare ma percorribile, che serve da ponte su ciascuna bolgia (o la sequenza di tali dieci arcate unite in un’unica mole rocciosa che attraversa le bolge).
[1] Inf. 18.16: e come a tai fortezze da' lor sogli / a la ripa di fuor son ponticelli, / così da imo de la roccia scogli / movien che ricidien li argini e ' fossi / infino al pozzo che i tronca e raccogli.
[2] Inf. 18.69: poscia con pochi passi divenimmo / là 'v' uno scoglio de la ripa uscia.
[3] Inf. 18.111: Lo fondo è cupo sì, che non ci basta / loco a veder sanza montare al dosso / de l'arco, ove lo scoglio più sovrasta.
[4] Inf. 19.8: Già eravamo, a la seguente tomba, / montati de lo scoglio in quella parte / ch'a punto sovra mezzo 'l fosso piomba.
[5] Inf. 19.131: Quivi soavemente spuose il carco, / soave per lo scoglio sconcio ed erto / che sarebbe a le capre duro varco.
[6] Inf. 20.26: Certo io piangea, poggiato a un de' rocchi / del duro scoglio...
[7] Inf. 21.30:  e vidi dietro a noi un diavol nero / correndo su per lo scoglio venire.
[8] Inf. 21.43: Là giù 'l buttò, e per lo scoglio duro / si volse...
[9] Inf. 21.107: Poi disse a noi: «Più oltre andar per questo / iscoglio non si può, però che giace / tutto spezzato al fondo l'arco sesto.
[10] Inf. 21.111: E se l'andare avante pur vi piace, / andatevene su per questa grotta; / presso è un altro scoglio che via face.
[11] Inf. 24.61: Su per lo scoglio prendemmo la via, / ch'era ronchioso, stretto e malagevole, / ed erto più assai che quel di pria.
[12] Inf. 26.17: e proseguendo la solinga via, / tra le schegge e tra ' rocchi de lo scoglio / lo piè sanza la man non si spedia.
[13] Inf. 27.134: Noi passamm' oltre, e io e 'l duca mio, / su per lo scoglio infino in su l'altr' arco / che cuopre 'l fosso in che si paga il fio / a quei che scommettendo acquistan carco.
[14] Inf. 28.43: Ma tu chi sè che 'n su lo scoglio muse, / forse per indugiar d'ire a la pena / ch'è giudicata in su le tue accuse?
[15] Inf. 29.38: Così parlammo infino al loco primo / che de lo scoglio l'altra valle mostra, / se più lume vi fosse, tutto ad imo.
[16] Inf. 29.53: Noi discendemmo in su l'ultima riva / del lungo scoglio, pur da man sinistra...
[ 3 +var. Sporgenza di una massa rocciosa. ]
[1] Inf. 21.60: Lo buon maestro «Acciò che non si paia / che tu ci sia», mi disse, «giù t'acquatta / dopo uno scheggio, ch'alcun schermo t'aia; / e per nulla offension che mi sia fatta, / non temer tu, ch'i' ho le cose conte, / per ch'altra volta fui a tal baratta». ||  schoglio Ham.