Vocabolario Dantesco
pioggia s.f.
Commedia 14 (7 Inf., 4 Purg., 3 Par.).
Altre opere3 (1 Vn., 2 Rime).
Commedia pioggia Inf. 6.19, 6.35, 6.54, 6.101, 11.71 (:), 14.48, 16.6, Purg. 3.130, 5.119, 12.42, 21.46, Par. 1.80, 25.78, 27.125; ploia Par. 14.27 (:), 24.91 (:).
Altre opere piogge Rime 51.11; pioggia Vn 23.17-28.58, Rime 9.21 (:); ploia Rime 106.12 (:).
Vocabolari: Crusca in rete, ED.
La parola pioggia in Dante si attesta nel senso proprio di 'precipitazione atmosferica di acqua', spesso in contesto fig. (§ 1), e nel signif. estens. che indica un insieme di elementi che cadono liberamente, in grande quantità e velocità (§ 2). Nella fattispecie dei contesti danteschi, indica la pioggia di fuoco che colpisce i sodomiti (la stessa biblica pioggia di fuoco di Gen. 19.24: «Dominus pluit super Sodomam et Gomorram sulphur et ignem a Domino de caelo»). Altrove nell'Inferno (cfr. i contesti sotto § 1.1), con il vocabolo si indica in modo particolare la mistura di acqua sporca, grandine e neve che punisce i dannati del terzo cerchio. Accanto alla pioggia infernale, che è greve (Inf. 6.7, vd. piova) e batte (Inf. 11.71), nel poema si individua un'altra pioggia (§ 1.2), che, insistendo su tratti semantici diversi – lì il suo carattere noioso (cfr. Rime 9.21), qui al suo carattere rinfrancante – in contesto fig., si diffonde (Par. 24.91) e dà refrigerio (Par. 14.27), per cui, forse non casualmente, Dante sceglie l'occitanismo formale ploia (per cui cfr. Parodi, Lingua, p. 127). L'att. a Par. 25.78 vede il lessema usato in figura etimologica con il latinismo repluere (vd.), di cui è complemento oggetto interno.
Autore: Francesca De Blasi.
Data redazione: 31.01.2019.
Data ultima revisione: 04.05.2020.
1 Precipitazione atmosferica di gocce d'acqua (anche in contesto fig.).
[1] Purg. 3.130: Or le bagna la pioggia e move il vento / di fuor dal regno, quasi lungo 'l Verde, / dov' e' le trasmutò a lume spento.
[2] Purg. 5.119: Indi la valle, come 'l dì fu spento, / da Pratomagno al gran giogo coperse / di nebbia; e 'l ciel di sopra fece intento, / sì che 'l pregno aere in acqua si converse; / la pioggia cadde, e a' fossati venne / di lei ciò che la terra non sofferse...
[3] Purg. 12.42: O Saùl, come in su la propria spada / quivi parevi morto in Gelboè, / che poi non sentì pioggia né rugiada!
[4] Purg. 21.46: Per che non pioggia, non grando, non neve, / non rugiada, non brina più su cade / che la scaletta di tre gradi breve...
[5] Par. 1.80: Quando la rota che tu sempiterni / desiderato, a sé mi fece atteso / con l'armonia che temperi e discerni, / parvemi tanto allor del cielo acceso / de la fiamma del sol, che pioggia o fiume / lago non fece alcun tanto disteso.
[6] Par. 27.125: Ben fiorisce ne li uomini il volere; / ma la pioggia continüa converte / in bozzacchioni le sosine vere.
[In figura etimologica con repluo, con rif. alla fede:] idea che influenza o ispira qno (metaf.).
[7] Par. 25.78: 'Sperino in te', ne la sua tëodia / dice, 'color che sanno il nome tuo': / e chi nol sa, s'elli ha la fede mia? / Tu mi stillasti, con lo stillar suo, / ne la pistola poi; sì ch'io son pieno, / e in altrui vostra pioggia repluo».
1.1 L'insieme di acqua putrida, grandine e neve che, nel terzo cerchio dell’Inferno, cade dall'alto sui golosi, tormentandoli.
[1] Inf. 6.19: Urlar li fa la pioggia come cani; / de l'un de' lati fanno a l'altro schermo; / volgonsi spesso i miseri profani.
[2] Inf. 6.35: Noi passavam su per l'ombre che adona / la greve pioggia, e ponavam le piante / sovra lor vanità che par persona.
[3] Inf. 6.54: Voi cittadini mi chiamaste Ciacco: / per la dannosa colpa de la gola, / come tu vedi, a la pioggia mi fiacco.
[4] Inf. 6.101: Sì trapassammo per sozza mistura / de l'ombre e de la pioggia, a passi lenti, / toccando un poco la vita futura...
[5] Inf. 11.71: Ma dimmi: quei de la palude pingue, / che mena il vento, e che batte la pioggia, / e che s'incontran con sì aspre lingue, / perché non dentro da la città roggia / sono ei puniti, se Dio li ha in ira?
1.2 [Con rif. a prerogative divine (in contesto fig.)].
[1] Par. 14.27: Qual si lamenta perché qui si moia / per viver colà su, non vide quive / lo refrigerio de l'etterna ploia.
[2] Par. 24.91: Questa cara gioia / sopra la quale ogne virtù si fonda, / onde ti venne?». E io: «La larga ploia / de lo Spirito Santo, ch'è diffusa / in su le vecchie e 'n su le nuove cuoia, / è silogismo che la m'ha conchiusa / acutamente sì, che 'nverso d'ella / ogne dimostrazion mi pare ottusa».
1.3 L'insieme delle falde di fuoco che, nel settimo cerchio dell'Inferno, cade dall'alto sui sodomiti, tormentandoli (estens.).
[1] Inf. 14.48: chi è quel grande che non par che curi / lo 'ncendio e giace dispettoso e torto, / sì che la pioggia non par che 'l marturi?».
[2] Inf. 16.6: Già era in loco onde s' udia 'l rimbombo / de l'acqua che cadea ne l'altro giro, / simile a quel che l'arnie fanno rombo, / quando tre ombre insieme si partiro, / correndo, d'una torma che passava / sotto la pioggia de l'aspro martiro.