Vocabolario Dantesco
piova s.f.
Commedia 3 (2 Inf., 1 Purg.).
Commedia piova Inf. 6.7 (:), 14.132 (:), Purg. 30.113 (:).
Vocabolari: Crusca in rete, ED.
Da *piovia per dissimilazione o rifatto su piovere (cfr. Parodi, Lingua, p. 227), si attesta solo nella Commedia, dove è usato sempre in rima (altrove invece pioggiaploia). In Bosco-Reggio si nota come come a Purg. 30.113 «Dante usi metaforicamente il linguaggio scientifico del tempo», indicando come causa della pioggia i vapori, ossia le nuvole.
Autore: Francesca De Blasi.
Data redazione: 24.10.2019.
Data ultima revisione: 04.05.2020.
1 Lo stesso che pioggia (in contesto fig.).
[1] Purg. 30.113: Non pur per ovra de le rote magne, / che drizzan ciascun seme ad alcun fine / secondo che le stelle son compagne, / ma per larghezza di grazie divine, / che sì alti vapori hanno a lor piova, / che nostre viste là non van vicine...
1.1 L'insieme di acqua putrida, grandine e neve che, nel terzo cerchio dell’Inferno, tormenta i golosi.
[1] Inf. 6.7: Io sono al terzo cerchio, de la piova / etterna, maladetta, fredda e greve; / regola e qualità mai non l'è nova.
1.2 Le lacrime del Veglio di Creta che cadendo originano il Flegetonte (metaf.).
[1] Inf. 14.132: E io ancor: «Maestro, ove si trova / Flegetonta e Letè? ché de l'un taci, / e l'altro di' che si fa d'esta piova».