| Commedia | 
umbriferi Par. 30.78.  | 
                         
                        Par. 30.78: ubriferi Fi Ga Gv Ham Lau Lo Mart Parm Rb  Ricc Triv Tz Urb Vat - Lanza Sanguineti, ubrifferi Mad.
    
                        
                        Att. solo nella 
Commedia e cit. nei commentatori. 
Latinismo da 
umbrifer (DEI s.v. 
ombrifero), lett. 'portatore d'ombra', di trad. illustre (occorre fra gli altri in Verg., 
Aen., VI, 473 e Stat., 
Theb., I, 57 – come qui associato a un fiume che in questo caso è però l'infernale Stige – e VIII, 18). Nel passo dantesco 
umbriferi è rif. all’apparire alle «viste non... ancora tante superbe» (v. 81) dei santi e dei beati che sono adombrati, cioè si rivelano a prima vista come un'immagine indistinta. L'agg. si unisce al latinismo liturgico 
prefazio (vd.) a cui si accompagna una valenza allegorica, come a dire che 'il fiume, i topazi, il rider dell'erbe si fanno preannuncio simbolico del vero che verrà di lì a poco svelato'. Dallo stesso signif. di 
ombra dipende anche una delle accezioni del parasintetico 
adombrare (vd.); cfr. inoltre l'
umbra futurorum di 
Par. 1.23-24 «tanto che l'ombra del beato regno / segnata nel mio capo io manifesti». L'impiego successivo del lemma risulta circoscritto ai testi letterari.
Varianti.  La lez. maggioritaria è 
ubriferi (vd. 
ubrifero), forma sincopata di 
uberiferi 'abbondanti' (cfr. TLIO s.v. 
uberifero), att. tra gli altri mss. in Triv e Urb e accolta a testo da Lanza e poi Sanguineti. L'assenza della nasale in buona parte dei codd. troverebbe facile spiegazione nella caduta accidentale del relativo segno di abbreviazione (
ūbriferi; cfr. Petrocchi, 
ad l.), che però Lanza giudica «improbabile, visto il gran numero di testimoni che recano la lezione».
                         
                            Autore: Simona Biancalana.
Data redazione: 08.03.2024.
Data ultima revisione: 25.03.2024.