circuire v.
Nota:Prima att. (
Conv. 3.15.16). Dal
lat. circuire, var. di
circu(m)ire (Nocentini s.v.), il lemma ha la sua prima att. nel
Convivio dove esso assume il signif. di 'delimitare tutto intorno', 'circoscrivere', in linea con il valore semantico primario del corrispettivo lat., che fa rif. a un percorso di tipo circolare (MLW s.v.
circumeo). Prima della diffusione del
Paradiso, il vocabolo è att. per due volte nel volg. dell'
Eneide di
Ciampolo di Meo Ugurgieri, dove in un caso «circuiranno» traduce «lustrabunt convexa» (
Aen., 1.608), mentre nella seconda occ. il verbo assume il signif. di 'percorrere, girare un luogo'. Il valore semantico dell'occ. di
Par. 29.54 richiama da vicino quello del
Convivio, in quanto il verbo è rif. al movimento degli angeli che, muovendosi continuamente, girano intorno a Dio descrivendo un perimetro circolare (vd.
ED). Il lemma compare anche a
Par. 12.86, in un canto fortemente connotato dal simbolismo agricolo, ed è rif. all'operato di San Domenico il quale, dopo essere diventato un grande teologo, avrebbe iniziato a percorrere in lungo e in largo la vigna del Signore, ovvero a ricondurre i cristiani verso la fede. Nei versi danteschi la
vigna (vd.), riprendendo una nota metaf. evangelica, indica la Chiesa, mentre il
vignaio (vd.), ovvero colui che ha il compito di curare il terreno e quindi, per metaf., la Chiesa, corrisponde al Papa. In questo contesto il verbo
circuire indica quindi l'opera evangelizzatrice di San Domenico, in linea con gli impieghi del suo corrispettivo lat. nei Vangeli (vd.
Mt. 4.23: «Et circumibat Iesus totam Galilaeam, docens in synagogis eorum et praedicans evangelium regni et sanans omnem languorem et omnem infirmitatem in populo»;
Mt. 23.15: «circuitis mare et aridam, ut faciatis unum proselytum»;
Lc. 9.6: «Egressi autem circumibant per castella evangelizantes et curantes ubique»), e amplifica le metaf. che percorrono il ritratto del santo, presentato come «l'agricola che Cristo / elesse a l'orto suo per aiutarlo» (
Par. 12.71-72). Gli esegeti antichi gen. sciolgono la metaf. come 'indirizzare i fedeli' (vd. ad es.
Iacomo della Lana, Par.,
ad. l., Vellutello,
ad l.), ma si segnalano le singolari letture di Pietro Alighieri (red. III),
ad l. e in partic. di
Francesco da Buti, Par. («fortificare e scepare intorno»,
ad l.), che rimandano all'atto di circondare il terreno con delle siepi, prob. condizionati da
Mt. 21.33 («plantavit vineam et saepem circumdedit ei»).
Autore: Sara Ferrilli 15.11.2023 (ultima revisione: 12.07.2024).