Vocabolario Dantesco

Accademia della Crusca - CNR Opera del Vocabolario Italiano

Vocabolario Dantesco

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sepolcro s.m.
Frequenza:
Commedia 4 (3 Inf., 1 Par.).
Altre opere2 (2 Conv.).
Lista forme e index locorum:
Commedia sepolcri Inf. 10.7; sepulcri Inf. 9.115; sepulcro Inf. 7.56 (:), Par. 24.126.
Altre opere sepulcro Conv. 4.7.4, 4.12.11.
Corrispondenze: Testi italiani antichi:
Corpus OVI,
DiVo,
LirIO,
Prosa fior. sec. XIII,
Petrarca e Boccaccio.
Vocabolari: Crusca in rete, ED.
Nota:Voce dotta, dal lat. sepulc(h)rum 'tomba' con -u- tonica breve (Nocentini s.v. sepolcro), sepolcro/sepulcro, se si eccettuano le forme utilizzate in toponimi, è att. soprattutto in testi letterari (cfr. Corpus OVI). Il trattamento della vocale tonica è oscillante: nello stesso Triv la forma con vocalismo latineggiante (sepulcro a Inf. 7.56 e Par. 24.126, il primo garantito dalla rima con i latinismi pulcro e appulcro) alterna con quella che presenta il passaggio da -u- tonica a -o- (sepolcri a Inf. 9.115 e 10.7; nel primo passo Petrocchi mette a testo la forma sepulcri, mentre Lanza e Inglese rispettano Triv). Nei suoi signif. principali, sepolcro, in it. antico (Dante compreso), appare in continuità con sepulc(h)rum. Il signif. 1 è quello generico di 'tomba' (vd. tomba), registrato già a partire da Andrea da Grosseto (ed. Selmi), nel volgarizzamento di una massima cit. nel prologo del De amore et dilectione Dei di Albertano da Brescia: «se avessi il piede entro 'l sepulcro ancor vorrei imparare» (L. 3, cap. 1, p. 177). Una variante della stessa massima, con attribuzione a Seneca, ricorre anche in Conv. 4.12.11: «onde Seneca dice: "Se l'uno de' piedi avesse nel sepulcro, aprendere vorrei"» (su tale sentenza, vd. almeno Mezzadroli, Seneca in Dante, pp. 34-40). Il signif. di 'tomba' (come struttura cava di pietra) è riscontrabile anche in Conv. 4.7.4, in cui si parla del sepulcro di Lazzaro (monumentum in Io., 11, 17, 31 e 38). All'interno del signif. 1, vale isolare Par. 24.126, in cui, come accade anche in numerose occ. due-/trecentesche del vocabolo (cfr., per es., Laude cortonesi, 40.119, vol. 1, p. 282), sepolcro è utilizzato per indicare in partic. la tomba di Cristo: Dante allude a un episodio raccontato nel Vangelo di Giovanni (Io., 20, 3-9; qui la tomba di Cristo è detta monumentum), rammentato anche in Mon. 3.9.16, dove il poeta utilizza il lat. monumentum (sulle diverse interpretazioni di Par. 24.124-6, vd. Hollander e Inglese, nella nota integrativa finale di Par. 24). Si osservi che in Dante, con il medesimo uso, ricorrono anche il sintagma «sepulcral buca» (Purg. 21.9; vd. bucasepulcrale) e la parola monimento (vd.) in Conv. 4.12.14-15. In it. antico, inoltre, sepolcro, come il lat. sepulc(h)rum, viene utilizzato anche per indicare specificamente un 'monumento funerario (decorato), gen. di un personaggio o di una famiglia illustre' (cfr., per es., Bono Giamboni, Orosio, L. 5, cap. 21, p. 334). A tale uso sono riconducibili, con il necessario adattamento contestuale, le occ. di sepolcro in Inf. 9 e 10 (§ 1.1), in cui vengono chiamati sepulcri i sarcofagi di pietra del famoso cimitero di Alycamps di Arles, ancor oggi visibili, e quelli dell'antica necropoli di Pola (Inf. 9.115), i quali, a loro volta, costituiscono il termine di raffronto scelto da Dante per le «arche» da cui si affacciano gli eretici, anch'esse chiamate sepulcri a Inf. 10.7 (vd. arca e avello; per approfondimenti, vd. anche ED s.vv. ArlesPola, e Palumbo, «Sì come ad Arli [...] // fanno i sepulcri tutt'il loco varo»). Boccaccio, a Inf. 9.131, fornisce del vocabolo la seguente interpretazione etimologica: «"sepolcro", quasi "seorsum a pulchro", per ciò che è da cosa bella separato» (di diverso avviso Isidoro, Etimol., XV.11.1: «Sepulchrum a sepulto dictum»).
1 Lo stesso che tomba.
[1] Inf. 7.56: In etterno verranno a li due cozzi: / questi resurgeranno del sepulcro / col pugno chiuso, e questi coi crin mozzi. / Mal dare e mal tener lo mondo pulcro / ha tolto loro, e posti a questa zuffa: / qual ella sia, parole non ci appulcro.
[Detto in partic. del luogo in cui fu collocato il corpo di Cristo dopo la deposizione].
[2] Par. 24.126: «O santo padre, e spirito che vedi / ciò che credesti sì, che tu vincesti / ver' lo sepulcro più giovani piedi», / comincia' io, «tu vuo' ch'io manifesti / la forma qui del pronto creder mio, / e anche la cagion di lui chiedesti.
1.1 [Specif.:] sarcofago monumentale di pietra.
[1] Inf. 9.115: Sì come ad Arli, ove Rodano stagna, / sì com' a Pola, presso del Carnaro / ch'Italia chiude e suoi termini bagna, / fanno i sepulcri tutt' il loco varo, / così facevan quivi d'ogne parte, / salvo che 'l modo v'era più amaro; / ché tra li avelli fiamme erano sparte...
[2] Inf. 10.7: La gente che per li sepolcri giace / potrebbesi veder? già son levati / tutt' i coperchi, e nessun guardia face.


Autore: Cristiano Lorenzi Biondi 26.06.2020 (ultima revisione: 21.07.2020).