nave s.f.
Frequenza:
Commedia |
11 (4 Inf., 6 Purg., 1 Par.). |
Altre opere | 4 (3 Conv., 1 Rime). 2 (2 Fiore). |
Lista forme e index locorum:
Commedia |
nave Inf. 3.82 (:), 8.15, 22.12, 31.145, Purg. 4.93 (:), 6.77, 17.78, 20.79 (:), 24.3, 32.116, Par. 17.42. |
Altre opere |
nave Conv. 2.1.1, 4.4.5, 4.5.8, Rime 107.4. nave Fiore 8.1 (:), 199.6. |
Locuz. e fras.: Andar per nave 1.1, venire per nave 1.1.
Nota:Dal lat.
navis (DELI 2 s.v. nave), il sost. è ampiamente att. in volg. a partire dal
Patto Aleppo, volgarizzamento ven. risalente al 1207-1208 (cfr.
Corpus OVI). Il vocabolo ricorre nella maggior parte delle occ. del poema a indicare propr. una costruzione galleggiante di una certa grandezza, anche entro similitudini nautiche, diffuse nella letteratura lat. (cfr. TLL s.v.
navis, 9, 1.238.10-46) e medievale (ess. Guido delle Colonne,
Amor, che lungiamente m’ài menato, v. 64: «sì come vento - smena nave in onda»; Brunetto Latini,
Rettorica, 33.18: «sì come la nave dimora in fortuna di mare»;
De regno volg., 194.9: «come la nave che sia condotta a porto»; cfr.
Corpus OVI), che si riferiscono all'approdo (
Purg. 17.78), alla rotta spedita guidata dal vento favorevole (
Purg. 24.3) o alla navigazione burrascosa (
Purg. 32.116). Per quest'ultima, che richiama l'immagine della Chiesa perseguitata, Inglese (ed. comm.),
ad l., ricorda Giacomo da Lentini,
Madonna dir vo voglio, vv. 51-52 «como la nave | ch'ala fortuna getta ogni pesanti». L'occ. di
Par. 17.42 offre l'immagine di un naviglio «che per torrente giù discende»; la lez.
torrente (vd.), ampiamente testimoniata dalla trad. ms., è accolta da Petrocchi (
ad l.) col signif. estens. di 'fiume impetuoso' piuttosto che 'piccolo corso d'acqua', adducendo alcuni luoghi virgiliani (
Aen. X 603,
Georg. II 451, Buc. VII 52) e biblici (Is 59,19). Inglese (ed. crit.),
ad l. (come già ed. comm.), invece, a favore della lez.
corrente di Ham Eg Po Pr osserva: «che una
nave discenda un
torrente - un corso d'acqua in genere esiguo, occasionalmente impetuoso (cf 12.99), spesso ripido - è inimmaginabile. E la riduzione di
torrente a semplice sinonimo di
fiume non trova riscontri affidabili». A
Inf. 8.15
nave piccioletta indica un'imbarcazione, ossia la
barca (v. 25) guidata da Flegiàs nelle acque fangose dello Stige. L'uso del sost. nell'invettiva contro l'Italia a
Purg. 6.77 (§
1.2) va ricondotto alla raffigurazione metaf., di lunga trad. classica e duecentesca (cfr. rispettivamente TLL s.v.
navis, 9, 1.239.22-33; Boccia,
La metafora nautica), dello stato come nave. Analoga immagine topica è impiegata in
Conv. 4.4.5 e più specif. rif. alla comunità in
Conv. 4.5.8. Altrove la metaf. nautica designa l'opera letteraria (
Conv. 2.1.1) e il corso della vita del poeta, giunto a maturità poetica (
Rime 107.4, per cui vd. anche
pelago e
lido).
Locuz. e fras. Nel poema ricorre due volte la locuz. verbale
venire o
andar per nave, già att. in testi precedenti a Dante (cfr.
Corpus OVI). A
Inf. 3.82 si riferisce alla barca con cui giunge il traghettatore Caronte; a
Purg. 4.93 l'identificazione della nave è controversa. Iacomo della Lana e l'
Ottimo intendono «andare per navilio»;
Francesco da Buti «andare per una piatta o scafa, che per li Fiorentini si chiama nave». In
Fiore 199.61 l'espressione «lla tua nave ariverà a tal porto», a indicare la felice realizzazione di qsa, anticipa locuz. verbali - oggi comuni - come «condurre la nave in porto» (cfr. GRADIT s.v.
porto).
1 Costruzione galleggiante di legno, a remi o a vela, di diverse dimensioni, atta al trasporto di persone o cose (anche con rif. all'uso militare).
[1] Inf. 22.12: né già con sì diversa cennamella / cavalier vidi muover né pedoni, / né nave a segno di terra o di stella.
[2] Inf. 31.145: Ma lievemente al fondo che divora / Lucifero con Giuda, ci sposò; / né, sì chinato, lì fece dimora, / e come albero in nave si levò.
[3] Purg. 17.78: Noi eravam dove più non saliva / la scala su, ed eravamo affissi, / pur come nave ch'a la piaggia arriva.
[4] Purg. 20.79: L'altro, che già uscì preso di nave, / veggio vender sua figlia e patteggiarne / come fanno i corsar de l'altre schiave.
[5] Purg. 24.3: Né 'l dir l'andar, né l'andar lui più lento / facea, ma ragionando andavam forte, / sì come nave pinta da buon vento...
[6] Purg. 32.116: e ferì [[scil. l'uccel di Giove]] 'l carro di tutta sua forza; / ond' el piegò come nave in fortuna, / vinta da l'onda, or da poggia, or da orza.
[7] Par. 17.42: necessità però quindi non prende / se non come dal viso in che si specchia / nave che per torrente giù discende.
– [Rif. alla barca di Flegiàs].
[8] Inf. 8.15: com' io vidi una nave piccioletta / venir per l'acqua verso noi in quella, / sotto 'l governo d'un sol galeoto, / che gridava: «Or sè giunta, anima fella!».
1.1 Locuz. Andar, venire per nave: spostarsi navigando.
[1] Inf. 3.82: Ed ecco verso noi venir per nave / un vecchio, bianco per antico pelo, / gridando: «Guai a voi, anime prave!
[2] Purg. 4.93: Però, quand' ella [[scil. la montagna]] ti parrà soave / tanto, che su andar ti fia leggero / com' a seconda giù andar per nave, / allor sarai al fin d'esto sentiero...
[1] Purg. 6.77: Ahi serva Italia, di dolore ostello, / nave sanza nocchiere in gran tempesta, / non donna di provincie, ma bordello!
Autore: Francesca De Cianni 18.10.2019 (ultima revisione: 09.11.2023).