Vocabolario Dantesco
ronchione s.m.
Commedia 2 (2 Inf.).
Commedia ronchion Inf. 26.44; ronchione Inf. 24.28.
Inf. 26.44: rocchion To, rochion Ash.
Vocabolari: Crusca in rete, ED.
Att. solo nella Commedia e nei commentatori. Accrescitivo di ronchio (ronchio nella tradiz. della Commedia ricorre come var. di rocchio [vd.]). A Inf. 24.28, Guglielmo Maramauro e Francesco da Buti glossano ronchione con «pezo de petra» e «pezzo di scoglio». Inoltre il lemma viene utilizzato, fuor di citazione dantesca, nell'Ottimo commento e nello stesso Francesco da Buti (cfr. Corpus OVI): «noi venimo là dove l'utima pietra di questo ronchione si scoscende» (a Inf. 24.41); «Dopo uno scoglio; cioè di questi ronchioni di questi sassi» (a Inf. 21.60, per commentare scoglio, var. di scheggio [vd.]) In assenza di una doc. più ampia, concorrono a determinare il signif. di ronchione il suo rapporto di derivazione con ronchio (vd. rocchio), le att. di rocchione (per cui vd. infra) e il fatto che, almeno a Inf. 26.44, il ronchione sembrerebbe una roccia caratterizzata da un buon grado di stabilità (infatti Dante vi si assicura per potersi affacciare sull'ottava bolgia). Tale caratteristica forse potrebbe essere confermata anche dalla situazione descritta a Inf. 24.27-30: «così [[Virgilio]], levando me su ver' la cima / d'un ronchione, avvisava un'altra scheggia / dicendo: "Sovra quella poi t'aggrappa; / ma tenta pria s'è tal ch'ella ti reggia"». In questo caso, il ronchione sembrerebbe implicitamente differenziarsi dalla scheggia (vd.), giudicata da Virgilio non sempre stabile e salda. Si osservi infine che, in Inf. 26, ronchione è preceduto, al v. 17, dal sost. rocchio (vd.), e, in Inf. 24, è seguito al v. 62 dall'agg. ronchioso (vd.); in questi casi la scelta lessicale di Dante non pare affatto casuale.
Varianti. Inf. 26.44 ronchione trova la var. rocchione. In antico rocchione risulta att. in un doc. pratico sen., dove indica un materiale da costruzione (Doc. sen., 1340, p. 235: «darano [[...]] tante pietre, mattoni e rocchioni, quanti a lui bisognarà a murare per fare el fondamento d'una mora del detto palazo»; cfr. Corpus OVI e Valenti, Affioramenti, pp. 261-262). A Inf. 24.28, Petrocchi giudica «accettabile, ma [...] forse svista del trascrittore» la lezione roncone di Ash (di area tosc. occidentale). Dalla doc. antica, tuttavia, si ricava che la forma roncone/-i è att. unicamente nel signif. di 'arma inastata da fanteria' (e la sua particolare lama) o 'roncola', inducendo a ritenere la lezione di Ash non pertinente al luogo dantesco in questione (cfr. GDLI s.v. roncone; De Vita, Armi bianche, p. 31; Viel, «Quella materia ond’io son fatto scriba», pp. 148-149 e Corpus OVI).
Autore: Cristiano Lorenzi Biondi.
Data redazione: 08.05.2019.
Data ultima revisione: 22.07.2019.
1 Sporgenza rocciosa o masso di grosse dimensioni (capace di sostenere il peso di una persona senza staccarsi o franare), che si sviluppa più nel senso della larghezza che della lunghezza.
[1] Inf. 24.28: E come quei ch'adopera ed estima, / che sempre par che 'nnanzi si proveggia, / così, levando me su ver' la cima / d'un ronchione, avvisava un'altra scheggia / dicendo...
[2] Inf. 26.44: Io stava sovra 'l ponte a veder surto, / sì che s'io non avessi un ronchion preso, / caduto sarei giù sanz' esser urto. || Var.: rocchion To, rochion Ash.