Inf. 3.116: linto Rb Ed Fi Parm .
La forma normale, nella
Commedia ma anche nel
Convivio e nelle
Rime, è
lito (voce dotta dal
lat. litus), mentre
lido (voce veneziana da
litus, cfr. DELI 2 s.v.
lido) compare una sola volta, in rima, a Purg. 17.12; la forma
lito è anche la più diffusa in it. antico (cfr.
Corpus TLIO). Il signif. è quello di ‘striscia di terra che delimita una distesa o un corso d'acqua; sponda, riva', utilizzato in senso proprio a intendere la riva dell’Acheronte (a
Inf. 3.116), le sponde del Mediterraneo occ. viste da Ulisse a
Inf. 26.103, il lido di Classe a
Purg. 28.20 (cfr. ED s.v.
Classe), le spiagge che subiscono l'azione delle maree (a
Par. 16.83) e la riva fenicia («il lito nel qual si fece Europa dolce carco») a
Par. 27.83; a
Par. 21.123, inoltre, il «lito adriano» è la sponda adriatica (nota Chiavacci Leonardi
ad l. che la chiesa di Santa Maria del Porto, «la casa di Nostra Donna», è denominata nei documenti «de litore adriano» o «de litore maris»). Lo stesso signif. è usato anche in contesto fig. nella celebre metafora dell'opera poetica come viaggio per mare che apre il secondo canto del
Paradiso (
Par. 2.4; vd. anche
pelago); in contesto fig., con rif. alla condizione dell'esiliato, ricorre anche in
Conv. 1.3.5 («veramente io sono stato legno sanza vela e sanza governo, portato a diversi porti e foci e liti dal vento secco che vapora la dolorosa povertade») e in
Rime 107.4 («ché si conviene omai altro camino / alla mia nave più lungi dal lito»: si tratta in questo caso dell'immagine topica della vita come lunga navigazione, per cui vd. anche
mare e
nave). Si veda su quest'ultimo tema anche Boccia,
La metafora nautica. A
Par. 9.85, i «discordanti lidi» (nell’espressione che è calco del virgiliano «litora litoribus contraria» di
Aen. IV 628), sono i litorali dell’Africa e dell’Europa, abitati da popoli discordi «nella fede attuale e per odio antichissimo» (Inglese,
ad l.). Il vocabolo è poi usato in rif. alla spiaggia dell’isola del Purgatorio (
1.1): a
Purg. 1.130 il «lito deserto» richiama il «solingo piano» del v. 118, la solitaria spiaggia dell’isola sulla quale camminano i due poeti; ancora alla spiaggia, in questo caso vista dall’alto dal poeta che riguarda al cammino percorso, fanno rif. le espressioni «bassi liti» di
Purg. 4.55 e «bassi lidi» di
Purg. 17.12. A
Purg. 2.33 i due «liti sì lontani» sono l’isola del Purgatorio e la foce del Tevere; i due
liti rappresentano dunque anche due mondi, due realtà differenti: il mondo terreno, dell’uomo, e quello di Dio.
Locuz. e fras. L'espressione
lito rubro è calco da
litore rubro, in
Aen., VIII, 686 (come nota, tra i tanti, Brugnoli,
“…si sentì del duolo” , p. 258, il quale considera però «fonte diretta di tutta la tappa giulia del viaggio dell'aquila dantesca a
Par. 6.55-81» Ovidio,
Met. 15.818-34), che Serv.,
Comm. chiosa: «quod est inter Aegyptum et Indiam».
Francesco da Buti (
ad l.) spiega «lito rubro; cioè infine a la piaggia del mare rosso; e debbiamo sapere che quel mare è rosso per lo terreno, non che l'acqua sia rossa». Nota Hollander che Virgilio con l'espressione
litore rubro non fa rif. al Mar Rosso, bensì all'Oceano Indiano: sostiene dunque che Dante, nel citarlo, abbia commesso il medesimo errore di interpretazione dei suoi commentatori, oppure abbia trasposto il passo al di fuori del suo contesto originale (cfr. Fosca
ad l.). Per i passi virgiliani nella
Commedia si vedano le osservazioni di Migliorini in ED s.v.
latinismi.
Varianti. Variante di
lito non rara nella tradizione,
linto, dal lat.
linter col signif. di 'barca', 'naviglio', «desta qualche interrogativo» secondo Petrocchi (
Inf. 3.116): «ove si tenga presente che col
gittansi ci attenderemmo piuttosto l'indicazione del luogo dove le anime si gettano (e vedi la simmetrica azione dell'Antipurgatorio:
ond'ei si gittar tutti in su la piaggia, a
Purg. 2.50 [...]), si potrebbe ipotizzare l'esistenza di una lezione antica: gittansi in quel linto ad una ad una, la cui presumibile originalità è però minacciata (a parte la labilità dell'attestazione complessiva) dalla circostanza che la dialefe dopo
gittansi è inammissibile». Vd. anche ED s.v.
linto.
Autore: Chiara Murru.
Data redazione: 08.07.2019.
Data ultima revisione: 20.12.2019.