Vocabolario Dantesco
fresco agg.
Commedia 7 (3 Inf., 4 Purg.).
Altre opere2 (2 Detto).
Commedia fresca Inf. 4.111, 14.42 (:), Purg. 2.130 (:); fresche Purg. 29.88; freschi Inf. 32.117 (:), Purg. 28.36; fresco Purg. 7.75.
Altre opere fresca Detto 173; fresche Detto 429.
Stare fresco 1.
Germanismo da *frisk 'nuovo', 'giovane', penetrato nel lat. volg. d'epoca imperiale (DELI 2 s.v. fresco), perché «di friscus si hanno continuatori in tutti i parlari romanzi occidentali, sardo compreso» (Castellani, Gramm. stor., p. 48). In area italoromanza il vocabolo risulta diffuso con un ampio spettro di signif.; la prima att., doc. nel Ritmo laurenziano (seconda metà del sec. XII) nell’espressione di bontade fresco ‘ricco di bontà’ (TLIO s.v., con indicazione di una possibile diversa interpretazione 'pieno di bontà che si rinnova continuamente') precede di vari decenni la più antica att. col senso fondamentale, rif. a una temperatura moderatamente fredda (cfr. TLIO s.v. 1). Nel poema fresco ricorre solo come agg. Col signif. originario di 'nuovo', 'recente', att. dal 1268 (cfr. TLIO s.v. 3), fresco definisce il recente sopraggiungere delle falde infuocate del settimo cerchio (arsura, § 2 [1]) e della masnada (vd.) nell'isola del Purgatorio (§ 2 [2]). Nell'accezione di 'verdeggiante' (§ 3), già di largo impiego in testi due-trecenteschi, l'attributo qualifica l'erba e i rami nel loro pieno rigoglio: il sintagma «prato di fresca verdura» (Inf. 4.111) ha un antecedente nel sonetto Qual omo è su la rotai di Bonagiunta Orb. (ed. Parducci) (cfr. TLIO s.v. 5.2 [2]) e richiama a sua volta Virg., Aen. VI, 638-41. Di discussa interpretazione appare l'occ. a Purg. 7.75. Una parte dell'esegesi antica e moderna intende con fresco (smeraldo) 'appena spezzato' (Iacomo della Lana: «çoè quando se rompe, da prima ch'è çença roça e succidume»; Francesco da Buti: «cioè spiccato di nuovo dall'altra pietra»; tra i più recenti Inglese, ed. e comm.; Bellomo-Carrai: «estratto di recente... appena spezzato» oppure «vivido smeraldo»), un'altra chiosa 'di più verde e vivo colore' (es. Benvenuto da Imola: «lapis pretiosus viridis coloris, maxime cum frangitur»), come spiega Vellutello: «lo smeraldo è verde, e quando si fiacca, o rompe, si dimostra in tale rottura di molto più vivo e acceso colore che non fa in superficie». Si segnala che a Purg. 26.21 l'ed. Aldina reca la var. fresca, rif. all'acqua, in luogo di fredda (vd. freddo); var. che, posta peraltro in margine nell'Ed. Crusca del 1595, viene inclusa nelle prime tre impressioni del Vocabolario. Evidentemente erronea a Purg. 28.36 la var. («de mai») freschetti di Fi, inammissibile per questioni metriche, ma comunque rilevante per una prob. reminiscenza a Guido Cavalcanti (ed. Contini) (cfr. TLIO s.v. freschetto).
Locuz. e fras. A Inf. 32.117 l'espressione stanno freschi è usata con senso iron. e con prob. tono sprezzante, per alludere alla condizione dei traditori del nono cerchio, confitti nel lago ghiacciato di Cocito, quindi intirizziti, poco prima definiti, con uguale tono di scherno, attraverso la metaf. gastronomica «in gelatina» (vd. gelatina). Secondo un'opinione diffusa, dal celebre verso dantesco, o meglio da una sua interpretazione estens. scherzosa, sarebbe derivato l'uso idiomatico dell'attuale stare fresco (cfr. DELI 2 s.v. fresco). Come infatti spiega Fanfani: «Per la frase Star fresco, va qui notato essere ella certamente originata da quel di Dante» (Voc. dell'uso s.v. fresco). La frase nel signif. ‒ oggi comune ‒ 'essere in una situazione dura e difficile', 'sperare invano nella buona riuscita di una cosa' si registra per la prima volta nel Morgante di Pulci e circola nella lingua letteraria fino al Novecento, anche come esclamazione (stai fresco!), per indicare un rifiuto irridente (cfr. GDLI s.v. § 37). È poco prob., come rileva Serianni (Linee espressive, p. 269), che possa trattarsi di un prelievo dantesco, data la vitalità in altre lingue romanze di analoghe espressioni (ad es. in fr. être frais 'être dans une situation mauvaise, dangereuse', cfr. FEW s.v. frisk, 15/2, 173b), da considerarsi autonome e parallele, senza tuttavia «escludere la possibilità di un italianismo (magari mediato dal francese)».
Autore: Francesca De Cianni.
Data redazione: 08.05.2022.
Data ultima revisione: 19.12.2024.
1 Che gode di una temperatura corporea adeguata. [Con rif. ai dannati immersi nel Cocito, con valore iron. e antifrastico:] stare fresco: godere di una gradevole sensazione di refrigerio.
[1] Inf. 32.117: El piange qui l'argento de' Franceschi: / "Io vidi", potrai dir, "quel da Duera / là dove i peccatori stanno freschi". 
2 Da poco sopraggiunto; recente.
[1] Inf. 14.42: Sanza riposo mai era la tresca / de le misere mani, or quindi or quinci / escotendo da sé l'arsura fresca
[2] Purg. 2.130: Come quando, cogliendo biado o loglio, / li colombi adunati a la pastura, / queti, sanza mostrar l'usato orgoglio, / se cosa appare ond' elli abbian paura, / subitamente lasciano star l'esca, / perch' assaliti son da maggior cura; / così vid' io quella masnada fresca / lasciar lo canto...
3 [Rif. alla vegetazione:] che appare rigogliosa e verdeggiante.
[1] Inf. 4.111: Questo passammo come terra dura; / per sette porte intrai con questi savi: / giugnemmo in prato di fresca verdura. 
[2] Purg. 28.36: Coi piè ristetti e con li occhi passai / di là dal fiumicello, per mirare / la gran varïazion d'i freschi mai... 
[3] Purg. 29.88: Poscia che i fiori e l'altre fresche erbette / a rimpetto di me da l'altra sponda / libere fuor da quelle genti elette, / sì come luce luce in ciel seconda, / vennero appresso lor quattro animali, / coronati ciascun di verde fronda. 
4 [Detto di una pietra preziosa:] di colore vivo e brillante.
[1] Purg. 7.75: Oro e argento fine, cocco e biacca, / indaco, legno lucido e sereno, / fresco smeraldo in l'ora che si fiacca, / da l'erba e da li fior, dentr' a quel seno / posti, ciascun saria di color vinto, / come dal suo maggiore è vinto il meno.