Commedia |
bollor Inf. 12.101, 12.136, 14.134, 21.20; bollori Inf. 22.30 (:). |
Inf. 12.101: bulglion Po.
Da
bollire (vd.). Il termine occorre solo nell'
Inf. e, non diversamente dalle altre forme della stessa famiglia, può trovarsi con rif. alle acque del Flegetonte, il caldissimo fiume di sangue, o alla pece in cui sono immersi i barattieri. Si distingue un
bollore come 'stato' di un liquido, dunque come equivalente di 'ebollizione' (es. «'l bollor de l'acqua rossa», Inf. 14.134), signif. ben att. nell'it. antico (con ess. già tardo-duecenteschi: cfr. TLIO s.v.
bollore), e un
bollore più concreto, che viene di fatto a identificare il liquido stesso (es. «la proda del bollor vermiglio», Inf. 12.101); quest'ultimo valore estens. sembra esclusivo del poema e del suo circuito esegetico.
Varianti. Po legge
bulglion, ossia
buglione 'alimento liquido in cui si fanno bollire più sostanze, brodo' (cfr. TLIO s.v.
buglione 1),
francesismo riconducibile a
bollon (sec. XIII), poi
bouillon (TLFi s.v.; FEW s.v.
bullire, 1, 620b; LEI s.v.
bullire, 8, 141.17). Benché lez. singolare e priva di fortuna, la var. appare notevole anzitutto perché contribuisce ad ampliare la doc. antica relativa alla parola; inoltre, con il suo signif. schiettamente concreto,
buglione acuisce il senso di disprezzo per questi peccatori (detti «i bolliti» al v. 102), che scontano la loro pena cuocendo in un enorme brodo. È invece una banalizzazione, indotta dal successivo
vermiglio, la lez.
color recata da Parm e da Rb (su rev. di
bolor).
Autore: Barbara Fanini.
Data redazione: 12.03.2019.
Data ultima revisione: 30.04.2019.