Vocabolario Dantesco
bobolca s.f.
Commedia 1 (1 Par.).
Commedia bobolce Par. 23.132 (:).
Par. 23.132: bifolce Laur.
Latinismo da bubulca 'misura di terreno', femm. di bubulcus/bufulcus 'bovaro' (LEI s.v. 7, 1087.40 – 1092.35), il sost. è hapax nella Commedia. Molti commentatori, fin dall'antichità (cfr. es. Francesco da Buti), hanno inteso l’occ. dantesca buone bobolce nel senso di 'buone coltivatrici' , signif. che tuttavia non presenta esempi né al masch. né al femm. in altri testi antichi. Il termine bobolca, già interpretato da Parodi (Lingua, p. 272) nel senso di 'terreno agricolo', è in uso nel lat. tardo e poi nel Trecento con il rif. preciso a un'unità di misura agricola (TLIO s.v. bifolca (1)); con questa accezione il sost. si ritrova poi fino all’Ottocento nei dialetti settentr. (cfr. Inglese ad l., nel senso stretto di 'biolche', «misura di superficie corrispondente al terreno arato in un giorno da un coppia di buoi»). In partic. Dante impiega il sost. per indicare generic. un terreno pronto per essere seminato, signif. che ben si adatta alla parabola del seminatore evocata nel passo, per cui un buon terreno rende abbondanza di raccolto (cfr. Chiavacci Leonardi ad l.). La presenza dell'affricata finale (-ce) è funzionale a esigenze di rima.

Varianti.  La variante bifolce è per Petrocchi ad l. «una trivializzazione». Vd. anche ED. s.v. bifolco.
Autore: Elena Felicani.
Data redazione: 19.03.2021.
Data ultima revisione: 11.06.2021.
1 [Mis.] Terreno pronto per la semina (in contesto fig.)
[1] Par. 23.132: Oh quanta è l'ubertà che si soffolce / in quelle arche ricchissime che fuoro / a seminar qua giù buone bobolce! ||  Var.: bifolce Laur