Forma masch. di
balestra, che deriva dal lat. tardo
ballistra, a sua volta dal lat. classico
ballista 'macchina da guerra per lanciare frecce ed altri proiettili', di origine
gr. (LEI s.v.
bal(l)ista/ballistra, 4, 857.14; per il masch. 4, 861-862.47), su cui si forma anche il verbo
balestrare (vd.). Nocentini s.v.
balestra riconduce la voce all'esito diretto del lat.
ballista, con inserimento di -
r- per allineamento con le parole terminanti in -
èstra. Nella forma del lat. classico il vocabolo è chiosato dai principali lessici mediev. come «genus tormenti» e «
fundibalus» (cfr. Cecchini,
Uguccione, B 11, 2-3; Isidoro,
Etimol., XVIII.10.2): per Uguccione da Pisa sarebbe «compositum a
balin et
hasta» e «a balin hec balea -lee, idest funda vel instrumentum quod vulgus vocat balestrum». Nei testi volg. il termine è att. al masch. dall'inizio del sec. XIII in
Uguccione da Lodi, Libro (
balesti), e in autori dei decenni immediatamente successivi; più tarda è la prima att. del femm.
balestra, in un
Doc. prat. del 1275 (per tutto cfr. TLIO s.v.
balestra; ma dagli ess. ivi cit. si espunga quello di Giacomino Pugliese: la più recente ed. del testo reca
balestrier, non
balestri, cfr.
PSs II, p. 587, v. 78)). Nel poema (come nel
Detto 370) Dante impiega sempre il sost. masch. col senso propr. di 'arma da getto'. A
Purg. 31.16 esso ricorre nell'ambito di un efficace paragone balistico in grado di definire il carico emotivo del poeta, associato allo spezzarsi della balestra per l'eccessiva tensione della corda e dell'arco allo scocco della freccia, con conseguente riduzione dell'impeto dell'
asta (vd.) diretta al suo bersaglio.
Locuz. e fras. A
Inf. 31.83 la locuz. avv.
al trar d'un balestro è usata per la prima volta nel poema come unità di misura approssimata col valore di
balestrata 'alla distanza coperta da un tiro di balestra' («cioè di lungi una balistrata»,
Francesco da Buti), e viene successivamente ripresa da autori tosc. in locuz. simili a quella dantesca (cfr.
TLIO s.v.,
1.1; ma vd. anche
a un tratto di balestro in
Niccolò da Poggibonsi e
un trato di balestro in
Tristano ven. e
San Bredano tosc., cfr.
Corpus OVI). La sua circolazione si arresta al Cinquecento con Guicciardini nella forma
a un tiro di balestro (cfr. LEI s.v. 4, 862.32-35; GDLI s.v.
balestro), locuz. ancora oggi in uso (col sost. femm.
balestra) per indicare una breve distanza (cfr. GRADIT s.v.
balestra).
Autore: Francesca De Cianni.
Data redazione: 21.12.2023.
Data ultima revisione: 25.03.2024.