Vocabolario Dantesco
sacco s.m.
Commedia 3 (2 Inf., 1 Par.).
Commedia sacca Par. 22.78; sacco Inf. 6.50 (:), 28.26 (:).
Trabocca il sacco 1.
Vocabolari: Crusca in rete, ED.
Dal lat. saccus, a sua volta «dal fenicio šqq ‘stoffa grossa, sacco’, attrav. il gr. sákkos» (DELI 2 s.v. sacco). Il termine è att. in volg. già nella Dichiarazione di Paxia (savon., 1178-1182): «.ii. de brague (et) unu(m) camixoto (et) unu(m) sacho» ivi, p. 173, cfr. Corpus OVI). Più incerta resta invece l'occ. rilevabile nel più antico Glossario di Monza (sett., X sec.): «lana: stadi; lino: linari; saco: saci [?]» (ivi, p. 44; cfr. Corpus OVI). Nell'unica occ. paradisiaca, sacco (nella forma plur. sacca) è usato in senso propr. all'interno di un'immagine che rappresenta la decadenza dei costumi monacali: le cocolle (vd.) dei benedettini, nelle parole del santo fondatore dell'ordine, sono ormai sacchi pieni di farina guasta. Così Francesco da Buti: «Sacca son piene di farina ria; cioè son piene di malvage anime e peccatrici, piene di mali pensieri e di mala voluntà. E come della mala farina esce male pane; così de le male voluntadi, che sono nei monaci, esceno male operazioni; li quali monaci per l'abbondanzia dei beni temporali diventano oziosi e viziosi» (ad l.). Fra le occ. infernali, appare rilevante l'uso del sost. nell'accezione di 'rivestimento dello stomaco' (§ 2 [1]) nella rappresentazione del corpo «storpiato» (Inf. 28.31) di Maometto: tale uso – puntualmente tecnico, dunque, e non metaf. – è ben doc. nei trattati anat. mediolat. (cfr. Bertini Malgarini, Il linguaggio medico, p. 81).
Locuz. e fras. L'espressione trabocca il sacco (§ 1 [2]) è impiegata da Ciacco con rif. all'invidia che dilaga nella città di Firenze e che è causa, assieme alla superbia e all'avarizia, delle sue gravi discordie civili. Nelle rime petrarchesche, in un contesto non molto diverso e con signif. analogo, si legge: «L'avara Babilonia à colmo il sacco / d'ira di Dio, e di vitii empii et rei, / tanto che scoppia...» (Canzoniere, 137, vv. 1-3; cfr. Corpus OVI). L'espressione dantesca torna identica, invece, in un sonetto del Sacchetti: «A buono intenditor il parlar corto, / tanto che 'l vero sïa più udito, / perché trabocca il sacco, ond'è uscito / quella che morde i buoni sempre a torto» (Rime [ed. Ageno], son. 178, vv. 5-8; cfr. Corpus OVI).
Autore: Barbara Fanini.
Data redazione: 30.01.2023.
Data ultima revisione: 01.02.2023.
1 Recipiente (gen. di tela o di altre stoffe resistenti) usato per contenere materiali incoerenti (nell'es., farina) e piccoli oggetti.
[1] Par. 22.78: Le mura che solieno esser badia / fatte sono spelonche, e le cocolle / sacca son piene di farina ria.
[Con rif. a una situazione che ha oltrepassato il limite tollerabile:] trabocca il sacco (in contesto metaf.).
[2] Inf. 6.50: Ed elli a me: «La tua città, ch'è piena / d'invidia sì che già trabocca il sacco, / seco mi tenne in la vita serena.
2 [Anat.] Tegumento dell'apparato digerente.
[1] Inf. 28.26: Tra le gambe pendevan le minugia; / la corata pareva e 'l tristo sacco / che merda fa di quel che si trangugia.