Vocabolario Dantesco
roba s.f.
Commedia 2 (1 Inf., 1 Purg.).
Altre opere2 (1 Conv., 1 Rime).
19 (18 Fiore, 1 Detto).
Commedia roba Inf. 24.7, Purg. 13.61.
Altre opere rob' Rime 91.3; robe Conv. 4.27.13.
rob' Fiore 88.14; roba Fiore 88.13, 94.13, 96.3, 96.7, 96.10, 129.2, 130.4, 165.13, 175.10, 177.11, 177.14, 178.5, 178.14, 214.2, 223.1; robe Detto 427, Fiore 95.4, 169.5.
Vocabolari: Crusca in rete, ED.
Germanismo dal franc. *rauba 'bottino', 'veste' (DELI 2 s.v. roba; Nocentini s.v.; Bertoni, L'elemento germanico, s.v.), prestito diffuso precocemente «verso la fine del IV secolo o nella prima metà del V» (Castellani, Gramm. stor., p. 48) e registrato anche nel lat. mediev. (Du Cange, s.v. raub). Il sost. è ampiamente att. nell'italoromanzo a partire dai primi decenni del sec. XIII, con vari signif. (cfr. Corpus OVI). Nel poema il vocabolo ricorre in accezione estens. in due ampie similitudini, a indicare una qualche forma di sostentamento. A Purg. 13.61 contribuisce a precisare lo stato d'indigenza dei ciechi mendicanti, a cui sono paragonati gli spiriti degli invidiosi. In partic., nel dinamico quadro campestre di Inf. 24, roba indica l'approvvigionamento a cui il villanello (vd.) non ha provveduto per il bestiame, come già sottolineano alcuni commentatori antichi (Benvenuto da Imola: «provisionem straminis pro hyeme», Francesco da Buti «lo strame per pascere le pecore»), da qui il rammarico dello stesso tapin (vd. tapino) di non poter condurre al pascolo il suo gregge, alla vista dei campi imbiancati. Altri esegeti collegano il sost. alla totale mancanza di sostentamento del pastore: es. Ottimo, ad l.: «è povero e non ha che dare loro pascere»; Daniello: «robba per pascere se, la sua famigliuola, e le sue pecorelle» (cfr. Bellomo, ad l.: «è povero [...] e le pecore sono tutto ciò che ha»). L'unica occ. delle Rime assume il signif. di 'cibo'; le ulteriori att. nelle opere dantesche rimandano al signif., assai comune anticamente, di 'abito' e sono gallicismi indotti direttamente dal fr. antico robe o dal prov. rauba (cfr. Viel, L'impronta, p. 183; FEW s.v. *rauba, 16, 674a).
Autore: Francesca De Cianni.
Data redazione: 01.02.2019.
Data ultima revisione: 31.07.2023.
1 Ciò che è necessario per vivere (estens.). ||  Propr. Insieme dei beni posseduto da qno.
[1] Purg. 13.61: Così li ciechi a cui la roba falla, / stanno a' perdoni a chieder lor bisogna, / e l'uno il capo sopra l'altro avvalla, / perché 'n altrui pietà tosto si pogna, / non pur per lo sonar de le parole, / ma per la vista che non meno agogna.
1.1 Approvvigionamento per il bestiame.
[1] Inf. 24.7: lo villanello a cui la roba manca, / si leva, e guarda, e vede la campagna / biancheggiar tutta; ond' ei si batte l'anca, / ritorna in casa, e qua e là si lagna, / come 'l tapin che non sa che si faccia...