Vocabolario Dantesco
pellicano s.m.
Commedia 1 (1 Par.).
Commedia pellicano Par. 25.113.
Vocabolari: Crusca in rete, ED.
Dal lat. pelicanus, a sua volta dal gr. pelekàn (DELI 2 s.v. pellicano), il sost. è registrato a partire dal sec. XIII. sec., con prime att. nel Bestiario moralizzato (cfr. Corpus OVI). Nei bestiari medievali al pellicano venivano attribuite capacità taumaturgiche, tra le quali il potere di risuscitare i piccoli con il proprio sangue: tradizionale dunque, nelle 'moralizzazioni', la promozione dell’animale a simbolo cristologico avallata dal Salmo 101 7 «adsimilatus sum pellicano deserti» (cfr. Ledda, Il bestiario dell'aldilà, pp. 254-255). Nell'occ. di Par. 25.113 il pellicano è emblema stesso di Cristo sopra il cui petto, secondo la narrazione evangelica (cfr. Io. 13.23), si addormentò l'apostolo Giovanni nell’ultima cena («pellicano, idest, Christi, qui merito vocatur pelicanus, quia aperuit sibi latus ad liberationem nostram, sicut pelicanus ex sanguine pectoris vivificat filios mortuos», Benvenuto da Imola, ad l.). La similitudine fra Cristo e il pellicano è già in Brunetto Latini (cfr. Tesoro volg., XIII ex. (fior.) in Corpus OVI).
Autore: Elena Felicani.
Data redazione: 24.04.2021.
Data ultima revisione: 06.05.2022.
1 [Zool.] Grosso uccello acquatico (genere Pelecanus) munito di un possente becco, che secondo la trad. risuscitava i corpi morti dei piccoli col proprio sangue (metaf.).
[1] Par. 25.113: «Questi è colui che giacque sopra 'l petto / del nostro pellicano, e questi fue / di su la croce al grande officio eletto».