Commedia |
orologio Par. 10.139. |
Latinismo da
horologium (DELI 2 s.v.
orologio), termine con il quale s'identificavano diversi strumenti, più e meno complessi, ideati per la misurazione del tempo. Nel poema dantesco,
orologio concorre con l'alternativa tosc.
oriuolo (vd.) nell'indicazione di un dispositivo a moto automatico – con ruote dentate, pesi, scappamento ecc. – di recentissima invenzione: come rileva Franca Brambilla Ageno, proprio questi versi offrono una delle più antiche testimonianze della sua diffusione in Italia e della «capacità di Dante di tener dietro ai progressi della scienza e della tecnica contemporanea» (Ead.,
Strumenti per la misurazione del tempo, p. 114). In partic., lo strumento che Dante ha in mente è un orologio a suoneria o «destatore» (Cristoforo Landino,
ad l.), come suggerisce la similitudine in cui il termine occorre: il poeta accosta infatti la danza e il canto dei dodici beati al movimento rotatorio degli ingranaggi dell'orologio e al "tintinnare" del suo congegno. Il termine, che s'imporrà con decisione sull'alternativa tosc.
oriuolo, appare nell'it. antico di diffusione ancora limitata (cfr. TLIO s.v.
orologio).
Autore: Barbara Fanini.
Data redazione: 30.01.2019.
Data ultima revisione: 29.04.2019.