Vocabolario Dantesco
mamma s.f.
Commedia 5 (1 Inf., 2 Purg., 2 Par.).
Commedia mamma Inf. 32.9, Purg. 21.97 (:), 30.44 (:), Par. 23.121 (:); mamme Par. 14.64 (:).
Voce familiare e del primo linguaggio infantile att. (come antrop.) fin dal 1138 (GDT s.v.). Secondo De Vulg. 2.7.4, fa parte con babbo (vd.) dei «puerilia» da evitare nello stile sublime «propter sui simplicitatem». Entrambi i sost. si ritrovano però nella Commedia, nel cui plurilinguismo sono inclusi «inserti ancora più audaci di linguaggio infantile» (Manni, Dante, p. 111 nota 1): vd. anche pappo, dindi. Mamma è att. in tutte e tre le cantiche: in Inf. 32.9, la lingua che chiami mamma o babbo è una «una lingua infantile, che conosce solo vocaboli elementari, quindi carente di quella ricchezza lessicale che la vastità dell’argomento e le difficoltà espressive che esse comportano inevitabilmente richiedono» (Peirone, Parole, p. 45); prima di Dante, il sost. ricorre già nella Santà del corpo di Zucchero Bencivenni (volgarizzamento del Régime du corps di Aldobrandino da Siena, a. 1310) fra gli esempi di vocaboli elementari pronunciati dai bambini: vd. TLIO s.v. mamma. Come in Inf. 32.9, anche in Purg. 21.97 mamma compare in contesto metapoetico (cfr. Tavoni a De Vulg. 2.7.4): Stazio definisce infatti mamma nutrice (vd.), in senso fig., l’Eneide, suo modello e fonte di ispirazione. In questo luogo alcuni commentatori (Francesco da Buti) intendono mamma per 'mammella' (cfr. TLIO s.v.); registra entrambe le possibilità Benvenuto da Imola «mamma, idest, mamilla dulcis, vel mamma, idest, mater, propinans mihi primum lac poetriae». Per i riscontri di mamma e del «molto più raro» babbo (vd.) nei testi del Corpus OVI vd. Tavoni ibid.
Autore: Fiammetta Papi.
Data redazione: 10.10.2017.
Data ultima revisione: 16.05.2018.
1 Appellativo della madre nel linguaggio infantile e familiare.
[1] Inf. 32.9: ché non è impresa da pigliare a gabbo / discriver fondo a tutto l'universo, / né da lingua che chiami mamma o babbo. 
[2] Purg. 30.44: volsimi a la sinistra col respitto / col quale il fantolin corre a la mamma / quando ha paura o quando elli è afflitto...
[3] Par. 23.121:  E come fantolin che 'nver' la mamma / tende le braccia, poi che 'l latte prese, / per l'animo che 'nfin di fuor s'infiamma...
[4] Par. 14.64: forse non pur per lor, ma per le mamme, / per li padri e per li altri che fuor cari / anzi che fosser sempiterne fiamme.
[1] Purg. 21.97: de l'Eneïda dico, la qual mamma / fummi, e fummi nutrice, poetando: / sanz' essa non fermai peso di dramma.