Vocabolario Dantesco
lucente agg./s.m.
Commedia 10 (1 Inf., 2 Purg., 7 Par.).
Altre opere11 (1 Vn., 7 Conv., 3 Rime).
Commedia lucente Par. 5.96, 5.132, 10.40 (:), 13.56, 23.32; lucenti Inf. 2.116, Purg. 15.141 (:), 24.138, Par. 10.66 (:), 19.100.
Altre opere lucente Vn 3.10-12.6, Conv. 2.3.6, 2.3.6, 3.9.5, 3.9.11, 3.9.11, 3.9.12, Rime 3.77, 9.5, 13.72; lucentissima Conv. 2.3.16.
L'agg. lucente (da lucere, vd.), come anche luce (vd.) e i suoi derivati, pur essendo att. nella Commedia in tutte e tre le cantiche presenta un uso peculiare nel Paradiso, in relaz. alla tematica della luce nel terzo regno oltremondano. L'unica att. nell'Inferno è rif. a Beatrice (vd. lucere, signif. 2), i cui occhi sono lucenti (risplendono di luce divina) perché sono occhi che contemplano Dio (e in questo contesto sono resi ancor più lucenti per le lacrime); sin dalla Vn, peraltro, l'agg. lucente, tipico della lirica amorosa, è traslato da Dante nella sfera semantica spirituale. L'agg. nella seconda cantica si riferisce invece a una luminosità naturale: quella dei raggi del sole al tramonto («i raggi serotini e lucenti», Purg. 15.141) e quella dei vetri o metalli che, in una fornace, emettono luce (Purg. 24.138). Nel Paradiso l'agg. è sempre rif. alla luce divina (signif. 2), ai beati e alla luce che li avvolge (signif. 2.1), come in una veste luminosa: lo splendore che raggia dalle anime dei beati aumenta in intensità in misura proporzionale alla sfera paradisiaca in cui risiedono e dunque al grado di visione di Dio raggiunto da ciascuna di esse. L'atto di mandare bagliori (cfr. per es. coruscarecorusco e sfavillare) è il mezzo sensibile che nei beati esprime i sentimenti dell'animo; per la corrispondenza riso-luce, splendore esterno-interno, cfr. anche Conv. 3.8.11 («E che è ridere se non una corruscazione della dilettazione dell'anima, cioè uno lume apparente di fuori secondo sta dentro?»). Lucente è sost. nell'occ. di Par. 13.56, in figura etimologica con luce (che qui è rif. al Figlio, per cui vd. luce): «nel Credo, o Simbolo niceno-costantinopolitano, è detto del Figlio: "lumen de lumine", così qui la luce dal lucente» (Chiavacci Leonardi, ad l.).
Autore: Chiara Murru.
Data redazione: 02.03.2020.
Data ultima revisione: 11.06.2021.
1 Che diffonde luminosità.
[1] Purg. 15.141: Noi andavam per lo vespero, attenti / oltre quanto potean li occhi allungarsi / contra i raggi serotini e lucenti.
1.1 [Detto di oggetti roventi:] che emette luce.
[1] Purg. 24.138: Drizzai la testa per veder chi fossi; / e già mai non si videro in fornace / vetri o metalli sì lucenti e rossi, / com' io vidi un che dicea...
2 Che risplende di luce divina.
[1] Inf. 2.116: Poscia che m'ebbe ragionato questo, / li occhi lucenti lagrimando volse, / per che mi fece del venir più presto.
[2] Par. 5.96: Quivi la donna mia vid' io sì lieta, / come nel lume di quel ciel si mise, / che più lucente se ne fé 'l pianeta.
[3] Par. 10.40: Quant' esser convenia da sé lucente / quel ch'era dentro al sol dov' io entra'mi, / non per color, ma per lume parvente!
[4] Par. 23.32: vid' i' sopra migliaia di lucerne / un sol che tutte quante l'accendea, / come fa 'l nostro le viste superne; / e per la viva luce trasparea / la lucente sustanza tanto chiara / nel viso mio, che non la sostenea.
2.1 [Con rif. alle anime dei beati:] dotato di una intensa luminosità.
[1] Par. 5.132: Questo diss' io diritto a la lumera / che pria m'avea parlato; ond' ella fessi / lucente più assai di quel ch'ell' era.
[2] Par. 10.66: Io vidi più folgór vivi e vincenti / far di noi centro e di sé far corona, / più dolci in voce che in vista lucenti: / così cinger la figlia di Latona / vedem talvolta, quando l'aere è pregno, / sì che ritenga il fil che fa la zona.
[3] Par. 19.100: Poi si quetaro quei lucenti incendi / de lo Spirito Santo ancor nel segno / che fé i Romani al mondo reverendi, / esso ricominciò...
3 Sost. [Con rif. a Dio:] fonte luminosa.
[1] Par. 13.56: ché quella viva luce che sì mea / dal suo lucente, che non si disuna / da lui né da l'amor ch'a lor s'intrea, / per sua bontate il suo raggiare aduna, / quasi specchiato, in nove sussistenze, / etternalmente rimanendosi una.