Commedia |
inforsa Par. 24.87 (:). |
Prima att. Formazione parasintetica da
forse (vd.) di
coniazione dantesca, il verbo è costruito secondo lo schema tipico (cfr. Parodi,
Lingua, pp. 266-267): in questo caso, il pref.
in- rende la condizione di dubbio che potrebbe istillarsi nella mente «quasi faccia nascere un
forse» (Chiavacci Leonardi,
ad l.), da intendersi con valore dubitativo: già
Iacomo della Lana nota che «Inforsa è verbo informativo, e descende da questo avverbio
dubitandi forsan o
forsitan» (cfr.
Corpus OVI). Nell'occ. di
Par. 24.87 il dubbio viene ad annullarsi (
nulla mi si inforsa): infatti Dante, rivolgendosi a San Pietro, dichiara di aver compreso l'essenza della Fede, qui descritta
sì lucida e sì tonda con la metaf. di una
moneta (vd.) splendente e perfetta, che in ragione del proprio
conio (vd.) non fa sorgere alcun dubbio sulla sua autenticità. Dopo Dante, sono poche le att. (cfr. TLIO s.v.
inforsare): tra le altre, è interessante segnalare l'occ. del verbo in
Alberto della Piagentina, in cui è riecheggiato proprio il verso del Paradiso «per amor di ciò
nullo s'inforsi» (cfr. Inglese,
ad l.).
Autore: Elena Felicani.
Data redazione: 26.04.2021.
Data ultima revisione: 06.05.2022.