Vocabolario Dantesco
groppa s.f.
Commedia 3 (3 Inf.).
Commedia groppa Inf. 12.95 (:), 17.80, 25.20 (:).
Gallicismo di origine germ., dalla stessa base di groppo (vd.): *kruppa (Nocentini s.v. groppa); di più probabile tramite fr. che prov. (cfr. Cella, I gallicismi, p. 47 e Viel, I gallicismi, pp. 70-71). In senso proprio la groppa in it. antico (cfr. GDLI s.v.), come in fr. antico (FEW s.v. *kruppa, 16, 416a), corrisponde alla parte posteriore del dorso di un animale, compresa fra i lombi e la base della coda; più spesso, per estensione, indica genericamente la parte del dorso di un animale su cui si sistemano la sella o la soma. Così, a Inf. 12.95 e 25.20, Dante indica la groppa di un Centauro (Chirone prima, Caco poi), mentre a Inf. 17.80 si riferisce al dorso di Gerione (mostro infernale che ha il «fusto» di un serpente).
Autore: Francesca De Blasi.
Data redazione: 20.11.2017.
Data ultima revisione: 15.05.2018.
1 Dorso di animale cavalcabile.
[1] Inf. 12.95: Ma per quella virtù per cu' io movo / li passi miei per sì selvaggia strada, / danne un de' tuoi, a cui noi siamo a provo, / e che ne mostri là dove si guada, / e che porti costui in su la groppa, / ché non è spirto che per l'aere vada».
[2] Inf. 25.20: Maremma non cred' io che tante n'abbia, / quante bisce elli avea su per la groppa / infin ove comincia nostra labbia.
[Con rif. al dorso di un serpente (metaf.)].
[3] Inf. 17.80: Trova' il duca mio ch'era salito / già su la groppa del fiero animale, / e disse a me: «Or sie forte e ardito.