Dal lat.
gŭla (DELI 2 s.v.
gola), che indicava la parte posteriore del collo. Nella
Commedia gola assume il signif. di 'regione anatomica del collo, con rif. tanto alla parte anteriore quanto a quella posteriore' (signif.
1 e
1.1): «il poeta intende con la parola
gola tutto il collo, accomunando la parte posteriore o
gula e quella anteriore deputata alla fonazione e al trasporto dell'aria ai polmoni, che Aristotele, la medicina classica e Averroè definivano
guttur» (Bartoli-Ureni,
La morte cruenta, p. 21-22). In partic., a
Purg. 5.98 la ferita alla gola di Bonconte è mortale in quanto «ante gulam arteria posita est» (Averroè,
Aristotelis Stagiritae, fo.80 verso, cap. III): il sangue perso da Bonconte è sangue arterioso, e ciò è evidenziato dalla perdita delle funzioni sensoriali e motorie («quivi perdei la vista e la parola [...], e quivi caddi», vv. 100-102), che dimostra il venir meno dello spirito vitale (per approfondimenti cfr. Bartoli-Ureni,
La morte cruenta, p. 23). In senso fig.,
gola indica a
Purg. 21.31 il Limbo, l'«ampia gola / d'inferno», il cerchio primo e maggiore dell'Inferno posto proprio all'imboccatura della voragine (cfr. Chiavacci Leonardi,
ad l.); ha poi il signif. di 'profondo e stretto affossamento' a
Inf. 24.123 (la settima bolgia, definita
gola fiera, «lo stesso che mala bolgia», spiega Inglese,
ad l.) e di 'parte più profonda di un affossamento' a
Inf. 26.40 («la gola del fosso», cioè il fondo dell'ottava bolgia). Già nel lat. precristiano è att. il signif.
4, che indica estens. il peccato di incontinenza nel mangiare e nel bere punito nel terzo cerchio dell'Inferno («la dannosa colpa de la gola»,
Inf. 6.53) e nella sesta cornice del
Purgatorio. Nel
Paradiso, invece, secondo una tendenza che interessa gen. il lessico del cibo (cfr. Serianni,
Il cibo nella Divina Commedia, p. 62; vd. anche
cibo,
digiuno (1) digiuno (2) e
fame),
gola ricorre in un contesto fig. (signif.
4.1): a
Par. 3.92, infatti, il sost.
gola compare in un paragone orientato in ambito spirituale, a proposito del chiarimento di un dubbio che ne lascia aperto un altro (cfr. ivi, p. 65).
Autore: Chiara Murru.
Data redazione: 02.03.2020.
Data ultima revisione: 19.03.2021.