Vocabolario Dantesco
fiordaliso s.m.
Commedia 2 (2 Purg.).
Commedia fiordaliso Purg. 20.86 (:), 29.84 (:).
Dal fr. fleur de lis letteralmente 'fiore di giglio' (Nocentini s.v. fiordaliso). Il fiordaliso, che già in it. antico indicava anche una pianta campestre (Centaura cyanus) dai fiori azzurri (cfr. TLIO s.v. fiordaliso e Gradit s.v.), nei contesti danteschi corrisponde propriamente al giglio (vd.). Ha valore simbolico in Purg. 29.84, con allusione alla fede precristiana nella venuta del Messia; è da porsi in relazione con la «verde fronda» di v. 93, che allude alla speranza portata dal Vangelo, e con i «fior vermigli» di v. 148, che richiamano la carità dei seguaci di Cristo (su tutto cfr. ED s.v. processione mistica). A Purg. 20.86, un segmento relativamente esteso della tradizione (Ash [?] Fi Ham La Lau Lo Mad Parm Rb Ricc Tz Vat) attesta anche le forme gallicizzanti al femm., ben diffuse in it. antico (cfr. TLIO s.v. fiordaliso), come spesso femm. è anche fiore (ibid. s.v. fiore), anche in questo caso per influsso del fr. Una diversa parte della tradizione (Co Ga Eg Mart Po Pr Triv Urb) offre invece la forma maschile. Di fronte a questa divaricazione, Petrocchi non ritiene «necessario allontanarsi dal maschile» (ad l.). Sceglie invece di stampare la fior d'aliso Inglese, che sottolinea la valenza di simbolo della casa reale francese assunto dal lessema nel luogo in questione e si noti che a parlare è Ugo Capeto di Francia.
Autore: Francesca De Blasi.
Data redazione: 27.09.2018.
Data ultima revisione: 21.12.2018.
1 [Bot.] Fiore di grandi dimensioni, bianco e a forma di campana (Lilium candidum).
[1] Purg. 29.84: Questi ostendali in dietro eran maggiori / che la mia vista; e, quanto a mio avviso, / diece passi distavan quei di fori. / Sotto così bel ciel com' io diviso, / ventiquattro seniori, a due a due, / coronati venien di fiordaliso.
2 [Arald.] Emblema figurativo della Monarchia di Francia, costituito da una figura floreale di colore dorato (in campo azzurro), composta da tre petali (meton. anche il re e la monarchia stessi).
 
[1] Purg. 20.86: O avarizia, che puoi tu più farne, / poscia c'ha' il mio sangue a te sì tratto, / che non si cura de la propria carne? / Perché men paia il mal futuro e 'l fatto, / veggio in Alagna intrar lo fiordaliso, / e nel vicario suo Cristo esser catto. ||  Var.: la fiordaliso Fi Ham La Lau Lo Rb Ricc Tz Vat, la fiordiliso Mad, La flor daliso Parm.