Provenzalismo da
doussor ‘dolcezza’ (Cella,
I gallicismi, p. 128 e DOM s.v.
dousor). Il sost., molto attestato nella lirica duecentesca, dove è preferito al tipo indigeno
dolciore (cfr. TLIO s.v.
dolzore), sostenuto dall’uso dantesco (cfr. anche
Vn 13.8-9.5), di Petrarca e di Boccaccio, conferma la sua specializzazione poetica (Serianni,
Introduzione, p. 75-76), continuando anche nei secoli successivi (cfr. GDLI s.v.
dolzore). Nella
Commedia, il lessema compare una sola volta, nella terzina che descrive l’Empireo, dove è utilizzato per indicare il diletto della vita terrena, superato nel confronto con la
dolcezza (vd.) della beatitudine eterna. Il paragone diretto di
dolzore e
letizia, pone i due termini a cavallo fra i rispettivi campi semantici del ‘piacere’ e della ‘letizia’ (per una mappa del lessico delle emozioni nel Medioevo, cfr. Squillacioti,
Affetti, pp. 29-36 e Antonelli et alii,
Il lessico, pp. 28 e segg.), fenomeno non estraneo alla lirica amorosa precedente siciliana (cfr. Spampinato Beretta,
Il Lessico, p. 339) e provenzale (Cropp,
Le vocabulaire, 317-353).
Autore: Francesca De Blasi.
Data redazione: 02.07.2018.
Data ultima revisione: 02.07.2018.