Vocabolario Dantesco
corda s.f.
Commedia 13 (3 Inf., 3 Purg., 7 Par.).
Altre opere1 (1 Conv.).
2 (1 Fiore, 1 Detto).
Commedia corda Inf. 8.13, 16.106 (:), 17.136, Purg. 7.114 (:), 31.17, Par. 1.125, 5.92, 20.143 (:), 28.12 (:); corde Purg. 13.39, Par. 14.119, 15.5, 26.49 (:).
Altre opere corda Conv. 3.5.11.
corda Detto 458; corde Fiore 217.12.
Dal lat. chorda (LEI s.v. 3, 1496.1-1498.42; DELI s.v. corda; TLIO s.v. corda), il sost. presenta occ. in tutte e tre le Cantiche: come prima accezione si riferisce allo strumento usato per legare qsa o qno (signif. 1), e in partic. ricorre in Purg. 7.114 nell'espressione cinta la corda che richiama a un'immagine scritturale («et erit cingulum lumborum eius et fides cinctorium renum eius», Is. 11.5) e ricorda «anche il cingulum militae (Benvenuto), cioè la cintura che veniva data nell'investitura del cavaliere» (Bellomo-Carrai, ad l.; cfr. Chiavacci Leonardi). Occ. simile in Inf. 16.106 (una corda intorno cinta), della quale è stato a lungo discusso il signif.: l'interpretazione preferibile è quella allegorica, secondo la quale il sost. rimanda all'immagine biblica del cingolo ai fianchi, simbolo di giustizia (Is. 11.5) e di fortezza (Prov. 31.17), impiegato con l'idea di domare sia la lussuria (lonza) sia la frode (Gerione) (cfr. Bellomo-Carai, Ibidem) e, come nota Chiavacci Leonardi, è poi «un segno ambivalente, posto al punto di cerniera tra i due diversi mondi infernali» (ad l.). La corda è quindi segno di appartenenza a un ordine, in senso reale o fig.: per questo, non si può quindi escludere l'interpretazione di Francesco da Buti ad l., secondo il quale «questa corda ch'elli avea cinta significa ch'elli fu frate minore», cioè un cordigliero (vd.), «nella sua qualità appunto di terziario francescano [...], fatto non documentato in alcun modo, ma su cui ci restano anche altre sia pur tarde testimonianze» (Chiavacci Leonardi, Ibidem). Usate in senso metaf. sono le occ. di Par. 26.49 a indicare quelle altre corde, cioè gli stimoli, che conducono sempre più al cospetto di Dio, e di Par. 28.12 per descrivere gli occhi di Beatrice che furono il laccio a cui fu legato il cuore del poeta (cfr. Chiavacci Leonardi, ad l.). Più volte il sost. indica la corda dell'arco (signif. 1.2), nel contesto di un paragone molto comune nella Commedia (come nota Chiavacci Leonardi a Inf. 8.13). In Par. 1.125 corda è usato come sinedd. per l'arco stesso. Le altre occ. del Paradiso (signif. 2) riguardano il campo semantico della musica: in Par. 14.119 le corde sono quelle della giga (vd.)e dell'arpa (vd.), così come in Par. 20.143 si rif. allo strumento del citarista (vd.), mentre in Par. 15.5 è d'uso fig. per indicare le voci dei beati che sono sante corde. A quest'ultimo signif. vanno ricondotte le due occ. di corda come var. rispettivamente di forma (Par. 1.127) e di nota (Par. 28.9).
Autore: Elena Felicani.
Data redazione: 26.04.2021.
Data ultima revisione: 22.12.2021.
1 Treccia di fili ritorti usata per cingere e tirare (spesso fig. e metaf.).
[1] Inf. 16.106: Io avea una corda intorno cinta, / e con essa pensai alcuna volta / prender la lonza a la pelle dipinta.
[2] Purg. 7.114: Quel che par sì membruto e che s'accorda, / cantando, con colui dal maschio naso, / d'ogne valor portò cinta la corda...
[3] Par. 26.49: Ma dì ancor se tu senti altre corde / tirarti verso lui, sì che tu suone / con quanti denti questo amor ti morde».
[4] Par. 28.12: così la mia memoria si ricorda / ch'io feci riguardando ne' belli occhi / onde a pigliarmi fece Amor la corda.
1.1 Funicella della sferza.
[1] Purg. 13.39: E 'l buon maestro: «Questo cinghio sferza / la colpa de la invidia, e però sono / tratte d'amor le corde de la ferza.
1.2 Fune sottile tesa alle due estremità di un arco per scagliare una freccia.
[1] Inf. 8.13: Corda non pinse mai da sé saetta / che sì corresse via per l'aere snella, / com' io vidi una nave piccioletta / venir per l'acqua verso noi in quella...
[2] Inf. 17.136: così ne puose al fondo Gerïone / al piè al piè de la stagliata rocca, / e, discarcate le nostre persone, / si dileguò come da corda cocca. /
[3] Purg. 31.17: Come balestro frange, quando scocca / da troppa tesa, la sua corda e l'arco, / e con men foga l'asta il segno tocca, / sì scoppia' io sottesso grave carco...
[4] Par. 5.92: e sì come saetta che nel segno / percuote pria che sia la corda queta, / così corremmo nel secondo regno.
Arco (sinedd.).
[5] Par. 1.125: La provedenza, che cotanto assetta, / del suo lume fa 'l ciel sempre quïeto [...] e ora lì, come a sito decreto, / cen porta la virtù di quella corda / che ciò che scocca drizza in segno lieto. 
2 [Mus.] Filo di budello animale (o di altro materiale) teso al di sopra della cassa armonica di uno strumento musicale.
[1] Par. 14.119: E come giga e arpa, in tempra tesa / di molte corde, fa dolce tintinno / a tal da cui la nota non è intesa...
[2] Par. 20.143: E come a buon cantor buon citarista / fa seguitar lo guizzo de la corda, / in che più di piacer lo canto acquista, / sì, mentre ch'e' parlò, sì mi ricorda / ch'io vidi le due luci benedette...
[Con rif. alle voci dei beati (estens.)].
[3] Par. 15.5: Benigna volontade in che si liqua / sempre l'amor che drittamente spira, [...] e fece quïetar le sante corde / che la destra del cielo allenta e tira.