Commedia |
contingenza Par. 17.37; contingenze Par. 13.63 (:), 13.64. |
Prima att.
Latinismo da
contingentia (DELI 2 s.v.
contingere). Al pari di
contingente (vd.),
contingenza è un tecnicismo filosofico di matrice aristotelica che «indica la proprietà delle cose soggette a generazione e quindi le cose stesse generabili e corruttibili, che non hanno ragione di necessità» (Maierù in ED, cui si rimanda anche per le fonti). In
Par. 13.63,
brevi contingenze sono definite da san Tommaso le cose generate che il moto dei cieli produce
con seme (esseri animati) e
sanza seme (inanimati). Esse sono dette
brevi in quanto corruttibili e mortali, a differenza delle
nove sussistenze (cioè delle nove gerarchie angeliche) cit. al v. 59, che, in quanto emanazione diretta di Dio, esistono di necessità: per il rapporto tra il
contingente e il
necessario vd. la nota a
contingente. In
Par. 17.37, la
contingenza «indica la totalità delle cose materiali generabili e corruttibili che costituiscono il mondo sublunare» (Maierù in ED) e che, pur essendo presenti nella mente eterna di Dio, non sono necessariamente predeterminate (cfr. anche Salsano in ED s.v.
prescienza)
. Il sost. riprende qui le
cose contingenti del v. 16 (vd.
contingente). Come osserva Viel,
«Quella materia ond'io son fatto scriba»,
contingenza «sarebbe
hapax se non fosse per un’occorrenza nell’
Alessandreide di Domenico Scolari, che non sembra aver rapporti con il luogo dantesco» (p. 230; per tale occorrenza vd. TLIO s.v.
contingenza).
Autore: Fiammetta Papi.
Data redazione: 25.06.2018.
Data ultima revisione: 25.06.2018.