Commedia |
conflati Par. 33.89. |
Att. solo nella
Commedia e cit. nei commentatori.
Latinismo da
conflare (DEI s.v.). Propr. il verbo lat. vale 'soffiare sopra', quindi 'suscitare (una fiamma, un incendio)' (cfr. TLL s.v.
conflo, 4, 240.36). Già in lat., tuttavia,
conflare si precisa come un tecnicismo della lavorazione dei metalli (cfr. Cecchini,
Uguccione, F 18, 20: «conflo -as, idest flare vel fundere aurum vel aliud metallum ad aliquid faciendum, et est verbum fusorum [...]»), assumendo di fatto anche il signif. fig. di 'unire assieme' più elementi (es. «ut una ex duabus naturis conflata videatur» Cic.,
Nat. deorum, II, 100, 100). Nel passo dantesco, il raro cultismo è funzionale a rappresentare il mistero dell'unità del molteplice – al v. 86 il medesimo concetto è affidato all’immagine del
volume (vd.) – sotto l’azione potente del soffio divino. La rarità del verbo nell'it. antico è confermata dall'uso dei volgarizzatori, che per lo più rendono
conflare, in base al contesto, con i traducenti
soffiare o
accendere (
il fuoco),
fondere (
il ferro),
congregare ecc. (cfr.
Corpus CLaVo).
Autore: Barbara Fanini.
Data redazione: 26.01.2018.
Data ultima revisione: 21.12.2018.