predicare v.
Nota:Latinismo da
praedicare, composto di
prae- 'prima' e
dicare 'annunciare' (DELI 2 s.v.
predicare; vd. anche Cecchini,
Uguccione, D 52, 16: «predico -cas, idest admonere vel adnuntiare), tramite il
lat. crist. (TLL s.v.
praedĭco, 10, 2.554.51), si riscontra in testi patristici e scolastici, in partic. in Tommaso d'Aquino (per cui cfr. Tommaso,
Lexicon s.v.
praedico). Il verbo è precocemente (metà del sec. XIII) att. in it. antico con diversi signif. (cfr.
TLIO s.v.). Nelle tre occ. del poema,
predicare è adoperato in senso relig.: a
Par. 11.102 indica l'azione di promulgazione cristiana condotta da san Francesco in Egitto. Con lo stesso valore, il verbo si trova a
Par. 29.110 nella rielaborazione della raccomandazione biblica di Cristo agli apostoli «
euntes in mundum universum,
praedicate evangelium omni creaturae» (Mc. 16, 15), cui Beatrice ricorre entro la polemica contro i cattivi predicatori. L'uso di
predicare è assol. a
Par. 29.116, dove è rif., in contrasto alla predicazione degli apostoli, a quella dei frati tardo medievali, responsabili di aver «sostitu
ito all'ispirazione divina delle loro parole un'ansia tutta mondana per gli aspetti più scenici della propria
performance oratoria» e «una retorica ilare piuttosto che salutifera» (Maldina,
Un sistema di corrispondenze, pp. 134 e 141). Tra i commentatori antichi,
Francesco da Buti (
Par. 29.116) fornisce una spiegazione etimologica: «a dire inanzi e publicare lo regno d'Iddio». Nelle altre opere dantesche il verbo assume varie sfumature di signif. che rientrano nell'uso volg. (cfr.
TLIO s.v.): 'tenere sermoni' (
Fiore 103.7, 112.6); 'sostenere principi morali, esortando a seguirli' (
Fiore 104.12, 106.1); 'ammonire' (
Fiore 93.1, 112.10, 211.5); 'dire pubblicamente' (
Conv. 4.5.20); le restanti att. del
Convivio hanno il valore marcatamente filos. di 'affermare un predicato di un soggetto', come suggerito da Uguccione: «unde et modo sumptum est hoc vocabulum in logicam, ut cum dicitur 'ego predico genus de specie', 'species predicatur de suo individuo', idest enuntiatur vel inheret» (Cecchini,
Uguccione, D 52, 16).
Autore: Francesca De Cianni 26.04.2021 (ultima revisione: 19.12.2021).