orbita s.f.
Frequenza:
Commedia |
2 (1 Purg., 1 Par.). |
Lista forme e index locorum:
Commedia |
orbita Purg. 32.30, Par. 12.112. |
Nota:Att. solo nella
Commedia e cit. nei commentatori.
Latinismo da
orbita (DELI 2 s.v.
orbe). Propr. il sost. indica, già in lat., l'impronta lasciata da un carro sul terreno (cfr. Isidoro,
Etimol., 15.16.13: «Orbita vestigium carri, ab orbe rotae dicta»). A
Purg. 32.30
orbita occorre con rif. al «carro... trïunfale» introdotto al canto XXIX (vv. 107 e ss.) – un carro "fisico", benché in ogni sua parte rappresentativo di complessi valori allegorici –; in tale contesto, il termine designa la traccia (di raggio inferiore) lasciata nel voltare dalla ruota interna. Si colloca su un piano semantico più astratto, invece, l'
orbita di
Par. 12.112, che continua l'immagine della santa
biga (vd.) posta a difesa della Chiesa nel discorso di Bonaventura. Il sost. assume qui il valore fig. di 'percorso esemplare' tracciato da san Francesco e abbandonato dai successori, non diversamente dall'
orbita Crucifixi (
Ep. 11.6) trascurata dai cardinali italiani. Nella prosa lat. dantesca
orbita ricorre nella perifrasi astronomica che apre l'
Eg. 4, tuttavia sempre con rif. a un «carro», quello del Sole («Orbita, qua primum flecti de culmine cepit, / currigerum canthum libratim quemque tenebat...», vv. 3-4): l'accezione scientifica di 'traiettoria di un corpo celeste', pur doc. in lat. (cfr. TLL s.v.
orbita), è infatti assente nell'it. antico.
1 Solco impresso nel terreno dalle ruote di un carro.
[1] Purg. 32.30: La bella donna che mi trasse al varco / e Stazio e io seguitavam la rota / che fé l'orbita sua con minore arco.
[1] Par. 12.112: Ma l'orbita che fé la parte somma / di sua circunferenza, è derelitta, / sì ch'è la muffa dov' era la gromma.
Autore: Barbara Fanini 26.10.0017 (ultima revisione: 17.05.2018).