Neoformazione parasintetica da
gemma (vd.), costruita con il pref.
in-secondo l'uso dantesco; indipendenti e parallele sono verosimilmente le occ. nel volg. di Piero de' Crescenzi (nel signif. agricolo di 'innestare a gemma', vd. TLIO s.v.
ingemmare), mentre Viel segnala il fr. antico «engemmé 'orné de pierres précieuses'» att. nel S. Brendano («cruz e fertres e les tistes / bien engemmet de amestistes»: cfr. Viel,
«Quella materia ond’io son fatto scriba», p. 96). Nelle uniche due occ. della
Commedia, il verbo occorre nel
Paradiso in contesto fig.: in
Par. 15.86 si rif. all'anima di Cacciaguida, vivo
topazio (vd.), che adorna come una gemma la croce,
gioia preziosa (vd.
gioia (2)), sulla quale si muove; lo stesso signif. è att. in
Par. 18.117, dove la forma
ingemme realizza una «rima ricca derivativa con il v. 115» (Inglese,
ad l.).