Vocabolario Dantesco

Accademia della Crusca - CNR Opera del Vocabolario Italiano

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gurge s.m.
Frequenza:
Commedia 1 (1 Par.).
Lista forme e index locorum:
Commedia gurge Par. 30.68 (:).
Corrispondenze: Testi italiani antichi:
Corpus OVI,
DiVo,
LirIO,
Prosa fior. sec. XIII,
Petrarca e Boccaccio.
Vocabolari: TLIO, Crusca in rete, ED.
Nota:
Latinismo da gurges (DEI s.v. gurge), che propr. indica 'il punto più profondo di un fiume o di uno specchio d'acqua (in cui si generano vortici)' (cfr. TLL s.v. gurges, 6.2, 2359.65; cfr. anche Isidoro, Etimol., 13, 21.5: «Gurges proprie locus altus in flumine»). Il termine è ben noto alla poesia virgiliana, dove ricorre con i valori estens. di 'mare (o fiume) burrascoso', 'onda', 'corrente impetuosa' ecc. (tra i vari ess., è senz'altro celebre – tanto da aver acquisito valore prov. – il v. «[...] rari nantes in gurgite vasto» di Aen. 1, 118). I volgarizzatori trecenteschi del poema lat. tendono a rendere gurges con i traducenti alto mare, onda o pelago, a seconda dei contesti (cfr. Corpus CLaVo). Fa eccezione Ciampolo di Meo Ugurgieri, che nella sua Eneide volg. accoglie più volte il latinismo (es. «quando di prima i cavalli del Sole si lievano alti nell'alto gurge» ivi, L. 12, 470; lat.: «cum primum alto se gurgite tollunt / Solis equi» Aen. 12, 114-115; cfr. anche Corpus OVI). In tale testo – databile, secondo la recente ed. Lagomarsini, agli anni 1315-1321 – gurge conta prob. la sua prima att. in it. antico (benché si tratti di un uso non originale, indotto dal testo lat. di partenza). Nella Commedia gurge occorre un'unica volta (: urge : turge). Il raro cultismo, impreziosito dall'attributo miro (vd.), altrettanto ricercato, indica l'impetuosa fiumana (vd.) di luce composta da «faville vive» (v. 64), cioè dai beati: un'immagine che continua quella del «lume in forma di rivera» del v. 61. Nei testi successivi, gurge resta di uso rarissimo e limitato al circuito degli esegeti del poema (vd. TLIO s.v.). Questi ultimi chiosano il sost. dantesco prevalentemente con 'fiume', mentre Iacomo della Lana, forse con richiamo a Isidoro, predilige «logo profundo» (ad l.). In Dante è att. anche gorgo (vd.).
1 [Con rif. al fiume di luce generato dai beati:] flusso che scorre in modo impetuoso, formando vortici (fig.).
[1] Par. 30.68: Di tal fiumana uscian faville vive, / e d'ogne parte si mettien ne' fiori, / [[...]] / poi, come inebrïate da li odori, / riprofondavan sé nel miro gurge, / e s'una intrava, un' altra n'uscia fori.


Autore: Barbara Fanini 26.01.2021 (ultima revisione: 19.03.2021).