Vocabolario Dantesco

Accademia della Crusca - CNR Opera del Vocabolario Italiano

Vocabolario Dantesco

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forare v.
Frequenza:
Commedia 5 (3 Inf., 1 Purg., 1 Par.).
Lista forme e index locorum:
Commedia fóra Inf. 34.108 (:), Purg. 13.70 (:); fóran Inf. 14.114; forando Inf. 31.37; forato Par. 13.40.
Corrispondenze: Testi italiani antichi:
Corpus OVI,
DiVo,
LirIO,
Prosa fior. sec. XIII,
Petrarca e Boccaccio.
Vocabolari: TLIO, Crusca in rete, ED.
Nota:Dal lat. forare (Nocentini s.v. forare). La struttura semantica della voce dantesca ricalca quella che si riscontra in it. antico, in cui forare è ben att., e si spiega a partire dall'ogg. retto dal verbo, che può essere un volume o un materiale inanimato (§ 1) o una persona e il suo corpo fisico nelle sue varie parti (§ 2); in questo secondo caso il verbo significa 'ferire profondamente o trafiggere' (cfr. TLIO s.v. forare). Per quanto riguarda il signif. 1, il verbo ricorre con il suo valore proprio a Inf. 34.108, in cui il «vermo reo» Lucifero occupa il centro della Terra, perforandolo da parte a parte. Tuttavia già Francesco da Buti (ad l.) non manca di osservare che, «come il vermo rompe e rode e guasta lo legno; così elli [[Lucifero]] corruppe il mondo», mostrando una connessione del verbo forare con l'azione rovinosa degli insetti che guastano un materiale e con la corruzione morale, e suggerendo quindi la possibilità che nel passo dantesco il verbo possa alludere metaforicamente anche ai signif. di 'tarlare' e 'guastare spiritualmente', che comunque in it. antico gli appartengono (cfr. ancora TLIO s.v. e GDLI s.v., § 4; vd. anche vermo). Inoltre, nella voce dantesca, vale isolare, poiché in consonanza con altre att. antiche (anche con uso prov.), il caso in cui forare si riferisce all'azione erosiva dell'acqua (Inf. 14.14; cfr., per es., Boccaccio, Filocolo e Paolo da Certaldo in TLIO s.v. forare). Peculiare di Dante, invece, è l'uso che si riscontra a Purg. 13.70: in tale passo, sebbene l'ogg. del verbo («i cigli») sia passibile di subire più una ferita che una perforatura, il contesto («fóra e cusce»: vd. cuscire) di fatto lo equipara a una pezza di tessuto; ciò fa sì che l'azione descritta da forare sia semanticamente riconducibile sotto il signif. 1 piuttosto che sotto il signif. 2. A Inf. 31.37 (§ 1.1), i commenti talvolta non sono concordi sull'interpretazione del sogg. dei ger. forandoappressando: per es., Bellomo afferma che il sogg. logico è lo sguardo di Dante, mentre Inglese commenta che «il sogg. 'io' si ricava da fuggìemi ecc. del v. 39». Nella definizione qui proposta si segue la seconda ipotesi, confortata da Ageno, che annovera il passo tra i casi in cui «il sogg. non espresso del ger. assoluto si estrae da un dativo che fa parte della sovraordinata» (cfr. ED, Appendice, s.v. verbo§ Gerundio, p. 303). Tuttavia la similitudine dantesca, che ha come primo termine «lo sguardo» (v. 35), si regge solo se, pur essendo considerata come sogg. di forando la prima pers. sing., l'azione espressa dal verbo viene interpretata come implicitamente compiuta tramite gli occhi (cfr., per es., Chiavacci Leonardi ad l.). Per questo motivo, il verbo pare acquisire il signif. fig. di 'penetrare con lo sguardo', anch'esso un unicum nel panorama della doc. antica di forare. Nella Commedia sono att. anche foracchiato (vd.), forato in funzione di agg. (vd.) e fóro (vd.).
1 Aprire entro un volume uno o più spazi vuoti, gen. tondeggianti e non ampi, tali da attraversarlo da parte a parte.
[1] Inf. 34.108: Tu imagini ancora / d'esser di là dal centro, ov' io mi presi / al pel del vermo reo che 'l mondo fóra.
[Con rif. all'azione erosiva dell'acqua].
[2] Inf. 14.114: Ciascuna parte, fuor che l'oro, è rotta / d'una fessura che lagrime goccia, / le quali, accolte, fóran quella grotta.
[Con ogg. animato: nella fattispecie, le palpebre, equiparabili a pezze di tessuto].
[3] Purg. 13.70: ché a tutti un fil di ferro i cigli fóra / e cusce sì, come a sparvier selvaggio / si fa però che queto non dimora.
1.1 Penetrare (qsa) con lo sguardo (fig.).
[1] Inf. 31.37: Come quando la nebbia si dissipa, / lo sguardo a poco a poco raffigura / ciò che cela 'l vapor che l'aere stipa, / così forando l'aura grossa e scura, / più e più appressando ver' la sponda, / fuggiemi errore e cresciemi paura...
2 Ferire in profondità o trafiggere (con un'arma da taglio o un oggetto acuminato).
[1] Par. 13.40: Tu credi che nel petto onde la costa / si trasse per formar la bella guancia / il cui palato a tutto 'l mondo costa, / e in quel che, forato da la lancia, / e prima e poscia tanto sodisfece, / che d'ogne colpa vince la bilancia, / quantunque a la natura umana lece / aver di lume, tutto fosse infuso / da quel valor che l'uno e l'altro fece...


Autore: Cristiano Lorenzi Biondi 29.02.2020 (ultima revisione: 30.06.2020).