Inf. 24.73: cilio Ash, cinghia To.
Att. solo nella
Commedia e nei commentatori. Deriva dal lat.
cingulum ‘cintura, striscia’ (LEI s.v., 14, 336.7). Come mostra bene il passo di
Purg. 4.51, Dante utilizza
cinghio (e, al v. 57, il suo sinonimo
balzo, vd.) per indicare un ‘gradone di roccia e praticabile, che interrompe le pareti scoscese di un monte o di un avvallamento, seguendone trasversalmente il profilo circolare’ (signif.
1). Benvenuto da Imola così glossa il termine: «Cinghium enim appellant montani zonam quamdam, quae apparet naturaliter in saxo». A conferma di ciò, il LEI (s.v.
cingulum/
cingula, 14, 343.38-345.12, 353.30-354.7 e 363.8-20) registra forme masch. e femm. spesso appartenenti alle parlate dialettali di zone montuose (
cengia,
cengio,
cinghia ecc.), che si riferiscono a configurazioni del terreno e che trovano att. anche nel lat. e nella toponomastica mediev. (per alcuni toponimi tosc. si veda per es. il
Diz. topon. del comune di Sambuca, s. vv.
Cinghi,
Cinghierotti,
Cinghio,
Cinghione,
Cinghioni). Anche Jenni,
Il canto IV, p. 12 (seguito da Inglese), mette in rapporto il passo di
Purg. 4.51 con la voce
cengia. Connessa con il signif.
1 è l’occ. di
Inf. 24.73, dove
cinghio, come il
precinto (vd.) del v. 34, sembrerebbe indicare quella ‘striscia di terreno praticabile’, che, raggiungibile dai ripidi scogli-ponte e posta sulla sommità dei muri scoscesi dell’argine di una bolgia, si affaccia su di essa, descrivendo un percorso circolare. Invece, per
Inf. 18.7, l’espressione «cinghio che rimane» induce a conferire al lemma l’accezione estensiva di ‘porzione di spazio, in forma di corona circolare’, fermo restando che il
cinghio di terreno che forma l’ottavo cerchio indica comunque un piano (il «campo maligno» di
Inf. 18.4) che, suddiviso in dieci bolge, interrompe l’«alta ripa dura» (
Inf. 18.8) del settimo cerchio e si affaccia sul pozzo dei Giganti. Infine, a
Purg. 22.103 e
Purg. 13.37,
cinghio, prob. in virtù della conformazione fisica che indica, viene selezionato da Dante per designare più generalmente un ‘cerchio infernale’ o una ‘cornice purgatoriale’. A conferma del fatto che una delle caratteristiche fondamentali del
cinghio sia il suo essere circolare, si osservi che in parte della tradiz. viene sostituito con
cerchio (vd.), lezione che talvolta alcuni edd. accolgono a testo (Sanguineti a
Inf. 18.7 e Lanza e Sanguineti a
Purg. 22.103), o viceversa sostituisce
cerchio (cfr.
Inf. 4.24).
Varianti. A
Inf. 24.73 Boccaccio (To) mette a testo
cinghia, prob. da intendersi connesso con il raro signif. di ‘cinta muraria’ (cfr. TLIO s.v.
cinghia). Infatti, in tosc. antico, il femm.
cinghia pare sostanzialmente riservato all'accezione di ‘striscia, cintura’ (per lo più di cuoio o di tela). Nello stesso luogo, Ash offre la var.
cilio, con un signif. diverso rispetto a quello che il lemma sembra normalmente avere nel testo dantesco (vd.
ciglio).
Autore: Cristiano Lorenzi Biondi.
Data redazione: 21.09.2018.
Data ultima revisione: 21.09.2018.