Vocabolario Dantesco
taglio s.m.
Commedia 3 (1 Inf., 2 Purg.).
Commedia taglio Inf. 28.38, Purg. 31.3, 31.42.
Vocabolari: Crusca in rete, ED.
Da tagliare (vd.). Att. in volg. a partire dalla metà del sec. XIII («e mettesi dal tagl[i]o e da la cima» Bonagiunta Orbicciani, Rime, son. 16, v. 6, p. 250; cfr. Corpus OVI). Nella Commedia il sost. è impiegato sempre nel senso di 'filo' di una lama; nelle occ. purgatoriali, in partic., il taglio è rif. a  un'arma fig.: le parole severe di Beatrice in un caso (vd. anche acropunta), la giustizia divina in un altro. Per l'immagine della spada di Dio che punisce, di derivazione scritturale (ess. Deut. 32, 41; Is. 34, 5-6), cfr. anche Par. 22.16.
Autore: Barbara Fanini.
Data redazione: 22.06.2021.
Data ultima revisione: 22.07.2021.
1 Bordo affilato di una lama (in partic. di una spada).
[1] Inf. 28.38: Un diavolo è qua dietro che n'accisma / sì crudelmente, al taglio de la spada / rimettendo ciascun di questa risma, / quand' avem volta la dolente strada...
[Con rif. alle parole di Beatrice, in contesto fig.].
[2] Purg. 31.3: «O tu che sè di là dal fiume sacro», / volgendo suo parlare a me per punta, / che pur per taglio m'era paruto acro, / ricominciò...
[Con rif. alla giustizia divina, in contesto fig.].
[3] Purg. 31.42: Ma quando scoppia de la propria gota / l'accusa del peccato, in nostra corte / rivolge sé contra 'l taglio la rota.