Vocabolario Dantesco
tagliare v.
Commedia 4 (1 Inf., 1 Purg., 2 Par.). [+var.: 2 (1 Inf., 1 Purg.)]
Altre opere2 (2 Conv.).
8 (7 Fiore, 1 Detto).
Commedia taglia Par. 16.71 (:), 22.16; tagliar Inf. 20.111; tagliata Purg. 12.97 (:). [+var.: tagliata Vat Inf. 12.36; tagliava Mart Purg. 27.65; talliata Cha Inf. 12.36; talliava Triv Purg. 27.65].
Altre opere taglia Conv. 1.5.11; tagliare Conv. 4.26.13.
tagl[i]ata Fiore 223.11; taglia Detto 96; tagliar Fiore 62.8; tagliata Fiore 136.12 (:), 226.13 (:); tagliate Fiore 116.7; tagliato Fiore 129.12, 224.2.
Vocabolari: Crusca in rete, ED.
Dal lat. tardo taliare 'recidere un ramo' (DELI 2 s.v. tagliare). Il verbo è att. in volg. precocemente, a partire già dai Proverbia que dicuntur, testo venez. della fine del sec. XII (cfr. Corpus OVI). Nel poema ricorre per lo più in senso propr. e lo strumento da taglio per eccellenza – anche in contesto fig., come a Par. 22.16 – è la spada (cfr. anche Conv. 1.5.11: «una spada virtuosa, che ben taglia le dure cose»). Ha il tono sentenzioso di un'espressione proverbiale la frase pronunciata dall'avo Cacciaguida a Par. 16.71 («e molte volte taglia / più e meglio una che le cinque spade»), relativa alle divisioni interne che indeboliscono la città di Firenze. Il verbo vale invece 'lavorare, intagliare' a Purg. 12.97, dove allude ai «gradi» (v. 92) scavati nella roccia che consentono il passaggio dalla prima alla seconda cornice. Tagliare è impiegato più volte nel Detto e nel Fiore, anche in quest'ultima accezione (es. «Ed i· mano un bordon di ladorneccio / Portava, il qual le donò ser Baratto: / Già non era di melo né di leccio; / Il suocer le l'avea tagliato e fatto» Fiore 129.12). Infine, il verbo è att. in più luoghi dalla trad. manoscritta come var.; si segnalano, in partic., la lez. di Cha e Vat (accolta poi dall'ed. Aldina) a Inf. 12.36, dove tagliata (con rif. alla roccia infernale, spaccata dal grande terremoto generato al momento della morte di Cristo), può richiamare Matth. 27, 51: «terra mota est, et petrae scissae sunt», e la lez. di Mart e Triv a Purg. 27.65 («tagliava i raggi»), semanticamente «difendibile» ma isolata e non convincente secondo l'ed. Petrocchi (ad l.). Saranno più prob. da escludere, invece, le var. del verbo att. a Inf. 17.134 (tagliata di Ham in luogo di stagliata appare facilior) e a Purg. 22.48, in cui il verbo tagliare per togliere, trasmesso da più codd. (anche seriori), è forse suggerito dall'immagine dei «crini scemi», cioè 'mozzi', del v. 46 (cfr. ancora ed. Petrocchi, ad l.).
Autore: Barbara Fanini.
Data redazione: 22.06.2021.
Data ultima revisione: 27.03.2024.
1 Dividere qsa in più parti con una lama (in partic. con una spada).
[1] Par. 16.71: Sempre la confusion de le persone / principio fu del mal de la cittade, / [[...]]; e molte volte taglia / più e meglio una che le cinque spade.
Recidere (gli ormeggi).
[2] Inf. 20.111: Allor mi disse: «Quel che da la gota / porge la barba in su le spalle brune, / fu [[...]] / augure, e diede 'l punto con Calcanta / in Aulide a tagliar la prima fune.
1.1 [Con rif. alla spada della giustizia divina:] ferire (per punire) (in contesto fig.).
[1] Par. 22.16: La spada di qua su non taglia in fretta / né tardo, ma' ch'al parer di colui / che disïando o temendo l'aspetta.
2 [Con rif. alla roccia purgatoriale in cui sono ricavati dei gradini:] scavare con uno strumento tagliente.
[1] Purg. 12.97: Menocci [[scil. l'angelo]] ove la roccia era tagliata; / quivi mi batté l'ali per la fronte; / poi mi promise sicura l'andata.
[ 3 +var. [Con rif. alla roccia infernale:] spaccare in più parti (a causa del terremoto divino). ]
[1] Inf. 12.36: Or vo' che sappi che l'altra fïata / ch'i' discesi qua giù nel basso inferno, / questa roccia non era ancor cascata. ||  talliata Cha, tagliata Vat.
[ 4 +var. [Con rif. alla luce dei raggi solari:] dividere (mediante l'ostacolo del proprio corpo) (fig.). ]
[1] Purg. 27.65: Dritta salia la via per entro 'l sasso / verso tal parte ch'io toglieva i raggi / dinanzi a me del sol ch'era già basso. ||  tagliava Mart, talliava Triv.