Vocabolario Dantesco
smagare v.
Commedia 3 (2 Purg., 1 Par.).
Altre opere3 (2 Vn., 1 Rime).
Commedia smaga Purg. 27.104 (:), Par. 3.36 (:); smaghi Purg. 10.106 (:).
Altre opere smaga Rime 14.124; smagati Vn 23.17-28.37; smagato Vn 12.10-15.28.
Vocabolari: Crusca in rete, ED.
Il verbo smagare è ben att. «tanto in poesia (a partire da Brunetto, «non ti smagar», Tesoretto v. 1690) quanto in prosa (a partire dal Tesoro volg., «si smaga de' vizii», VII cap. 5 vol. 3 pag. 229.4 e dai Conti morali, «io me ne smago», ed. Zambrini 10 pag. 69.12)» (Cella, I gallicismi, p. 122). Interpretato variamente dai commentatori e dai traduttori, che dimostrano incertezza circa il suo signif. nelle occ. dantesche (come notava già Austin, A word unprotected, p. 503), il gallicismo smagare è connesso alla radice con pref. privativo *exmagare (dal germ. *magan ‘avere forza’) (DEI s.v. smagare). Nella Commedia, a Par. 3.36 ricorre con il signif. di 'togliere le forze, indebolire' (1), che è alla base della glossa di Francesco da Buti, il quale interpreta 'consuma', seguito da molti altri fino a Inglese (ad l.). Rel. a questo signif., si veda anche l'agg. smagato. Il signif. 2 è frutto di uno slittamento semantico che da 'indebolire' porta a 'venire meno, distogliersi (da qsa)': la costruzione sintattica smagarsi da/di qsa, già in Brunetto Latini, Tesoretto (v. 1690: «non ti smagar di loco», col signif. di 'non ti partire, non ti allontanare'), ricorre nella Commedia sia col signif. di 'allontanarsi, distogliersi' da un oggetto (lo specchio da cui Rachele non allontana mai lo sguardo, a Purg. 27.104), sia nel senso fig. di 'distogliersi da un proponimento' («prima ancora di descrivere la pena delle anime che vede avvicinarsi, Dante previene il suo lettore perché non se ne lasci intimorire, e sviare dal buon proponimento», spiega Chiavacci Leonardi, Purg. 10.106). Col signif. di 'togliere le forze', 'indebolire' ricorre anche in Vn 23.17-28.37, con quello di 'venire meno' ricorre in Vn 12.10-15. Lo stesso spettro di significati è ricoperto anche dall'intensivo dismagare (vd.), che peraltro in Ash vede la lezione «si smaga» al posto di «dismaga» a Purg. 3.11.
Autore: Chiara Murru.
Data redazione: 27.08.2019.
Data ultima revisione: 04.05.2020.
1 Togliere le forze, indebolire.
[1] Par. 3.36: E io a l'ombra che parea più vaga / di ragionar, drizza'mi, e cominciai, / quasi com' uom cui troppa voglia smaga...
2 Pron. Smagarsi da/di qsa: distogliersi (da qsa) (anche fig.).
[1] Purg. 10.106: Non vo' però, lettor, che tu ti smaghi / di buon proponimento per udire / come Dio vuol che 'l debito si paghi.
[2] Purg. 27.104: Per piacermi a lo specchio, qui m'addorno; / ma mia suora Rachel mai non si smaga / dal suo miraglio, e siede tutto giorno.