Att. solo nella
Commedia e nei commentatori. Dal
gr. perizoma, tramite il corrispondente vocabolo
lat. crist. (Nocentini e TLL s.v.
perizoma), con cui nella
Bibbia si indica la "veste" di Adamo ed Eva neo-peccatori (
Gn., 3, 7). Il vocabolo è spiegato in Isidoro e Uguccione (Isidoro,
Etimol., XIX.22.5: «vestis hominum antiquissima [...], id est subcinctorium, quo tanto genitalia conteguntur»; Cecchini,
Uguccione, P 68, 12, aggiunge: «alii dicunt quod sit tunica foliis consuta»). Come emerge dal TLL (s.v.
perizoma), normalmente esso era glossato già nei testi lat. con
campestre,
cinctorium,
coxale,
lumbare,
praecinctorium o
subcinctorium, cioè 'fascia', 'panno' o 'veste corta' per coprire i fianchi e le cosce. Fin dal Trecento i commentatori riconoscono la prov. veterotestamentaria del vocabolo ad indicare la "veste" di Adamo ed Eva, assimilandola talvolta a capi di vestiario in uso nel loro tempo: «perizoma, idest braca [cfr. TLIO s.v.
braca]» (Guido da Pisa). Dante utilizza la parola estensivamente, con rif. alla
ripa (vd.) del pozzo dei Giganti. L'immagine della
ripa che, coprendo la parte inferiore di Nembrot (e degli altri Giganti), gli fa da
subcinctorium, sembra essere ripresa al v. 86 in alcuni tratti della rappresentazione di Efialte con le braccia «soccint
e» tramite una catena all'altezza dei fianchi (vd.
soccingere).
Autore: Cristiano Lorenzi Biondi.
Data redazione: 31.01.2020.
Data ultima revisione: 27.02.2020.