Vocabolario Dantesco
perizoma s.m.
Commedia 1 (1 Inf.).
Commedia perizoma Inf. 31.61 (:).
Att. solo nella Commedia e nei commentatori. Dal gr. perizoma, tramite il corrispondente vocabolo lat. crist. (Nocentini e TLL s.v. perizoma), con cui nella Bibbia si indica la "veste" di Adamo ed Eva neo-peccatori (Gn., 3, 7). Il vocabolo è spiegato in Isidoro e Uguccione (Isidoro, Etimol., XIX.22.5: «vestis hominum antiquissima [...], id est subcinctorium, quo tanto genitalia conteguntur»; Cecchini, Uguccione, P 68, 12, aggiunge: «alii dicunt quod sit tunica foliis consuta»). Come emerge dal TLL (s.v. perizoma), normalmente esso era glossato già nei testi lat. con campestre, cinctorium, coxale, lumbare, praecinctorium o subcinctorium, cioè 'fascia', 'panno' o 'veste corta' per coprire i fianchi e le cosce. Fin dal Trecento i commentatori riconoscono la prov. veterotestamentaria del vocabolo ad indicare la "veste" di Adamo ed Eva, assimilandola talvolta a capi di vestiario in uso nel loro tempo: «perizoma, idest braca [cfr. TLIO s.v. braca]» (Guido da Pisa). Dante utilizza la parola estensivamente, con rif. alla ripa (vd.) del pozzo dei Giganti. L'immagine della ripa che, coprendo la parte inferiore di Nembrot (e degli altri Giganti), gli fa da subcinctorium, sembra essere ripresa al v. 86 in alcuni tratti della rappresentazione di Efialte con le braccia «soccinte» tramite una catena all'altezza dei fianchi (vd. soccingere).
 
 
Autore: Cristiano Lorenzi Biondi.
Data redazione: 31.01.2020.
Data ultima revisione: 27.02.2020.
1 [Detto della sponda del pozzo dei Giganti:] ciò che copre il corpo a partire dalla vita in giù (estens.). ||  Propr.: fascia o veste corta che copre il corpo (in partic. le pudenda) all'altezza dei fianchi.
[1] Inf. 31.61: La faccia sua mi parea lunga e grossa / come la pina di San Pietro a Roma, / e a sua proporzione eran l'altre ossa; / sì che la ripa, ch'era perizoma / dal mezzo in giù, ne mostrava ben tanto / di sovra, che di giugnere a la chioma / tre Frison s'averien dato mal vanto...