Vocabolario Dantesco
grattare v.
Commedia 3 (2 Inf., 1 Par.). [+var.: 1 (1 Inf.)]
Commedia grattar Inf. 30.30, Par. 17.129; grattarmi Inf. 22.93. [+var.: gratta Co Inf. 18.131].
Per grattare la tigna vd. anche tigna s.f..

Gallicismo dal germ. *kratton att. fin dal 1095 (vd. GDT, p. 317; Viel, I gallicismi, p. 143; cfr. Ferretti Cuomo, L’uso, p. 148). In Par. 17.129, lascia pur grattar dov’è la rogna riecheggia un prov. att. fin dalla fine del Duecento: per i riscontri vd. la Notarogna. Della locuz. grattare la tigna di Inf. 22.93 (con cui Ciampolo allude ai tormenti che gli infliggeranno i diavoli) non si hanno invece att. precedenti: vd. tignaè tuttavia possibile che sull'espressione abbia influito lo stesso prov. evocato nel Par., che qui non sarebbe però ripreso nel signif. di ‘dolersi dei propri mali’ ma piuttosto di ‘offendere’ (vd. anche rogna). Per il parallelo tra i due passi in cui ricorrono i sinon. tigna e rogna vd. De Robertis, In viaggio coi Demòni, p. 28.
Autore: Fiammetta Papi.
Data redazione: 01.02.2017.
Data ultima revisione: 08.05.2018.
1 Sfregare con le unghie la pelle affetta da lesioni e prurito. Nell’espressione prov. lascia pur grattar dov’è la rogna: lascia che ciascuno si dolga dei propri mali.
[1] Par. 17.129: Ma nondimen, rimossa ogne menzogna, / tutta tua visïon fa manifesta; / e lascia pur grattar dov' è la rogna.
– [ +var. Pron. ]
[2] Inf. 18.131: di quella sozza e scapigliata fante / che là si graffia con l'unghie merdose, / e or s'accoscia e ora è in piedi stante. ||  gratta Co.
1.1 Grattare la tigna: far male raschiando o graffiando, percuotere (fig.).
[1] Inf. 22.93: Omè, vedete l'altro che digrigna; / i' direi anche, ma i' temo ch'ello / non s'apparecchi a grattarmi la tigna».
1.2 Sfregare una parte del corpo (sul fondo della bolgia).
[1] Inf. 30.30: L'una giunse a Capocchio, e in sul nodo / del collo l'assannò, sì che, tirando, / grattar li fece il ventre al fondo sodo.