falso agg./s.m.
Commedia |
16 (7 Inf., 4 Purg., 5 Par.). |
Altre opere | 51 (1 Vn., 42 Conv., 8 Rime). 10 (9 Fiore, 1 Detto). |
Commedia |
falsa Inf. 12.13, 30.97, Purg. 22.29, Par. 6.21, 13.119; false Inf. 18.49 (:), Purg. 30.131 (:); falsi Inf. 1.72, Purg. 15.117; falso Inf. 2.48, 30.98, 30.115, Purg. 31.35, Par. 1.89, 1.135, 2.62. |
Altre opere |
falsa Vn 25.1, Conv. 1.2.8, 1.11.5, 3.3.12, 3.9.10, 4.1.7, 4.7.2.2, 4.14.16, Rime 4.33; false Conv. 3.5.7, 4.12.4, 4.12.5, 4.12.8, 4.15.1; falsi Conv. 4.1.7, 4.1.7, 4.9.6, 4.15.19, 4.15.19, 4.16.10, Rime 4.76, 11.112, 14.101; falsissima Conv. 4.16.1, 4.16.6; falsissimo Conv. 4.8.6, 4.8.7, 4.15.5, 4.15.7, 4.16.6, 4.16.6; falso Conv. 1.2.9, 1.2.10, 1.2.10, 1.11.4, 4.2.14, 4.2.14, 4.2.15, 4.2.15, 4.2.15, 4.2.16, 4.3.9, 4.8.6, 4.10.4, 4.10.5, 4.15.8, 4.15.12, Rime 4.15, 4.43, 4.47, 11.31. falsi Fiore 69.7, 162.4; Falso Fiore 131.10, Detto 107; Falso-Sembiante Fiore 87.2, 94.1, 104.1, 130.1, 135.1, 93 rubr.. |
Dal lat.
falsus (DELI 2 s.v.
falso),
falso è att. sin dalla fine del XII sec. (cfr.
TLIO s.v. e
Corpus OVI). Nel poema l'agg. indica comunemente qsa che non è conforme al vero o al reale: in partic. è rif. a divinità pagane nell'espressione di
Inf. 1.72 «dèi falsi e bugiardi», eco di sant'Agostino: «deos falsos fallacesque» (Agost.,
Civ. Dei, II, 29, 2). Ha il senso isolato di 'riprodotto come reale' (§
1.1) nel riecheggiamento ovidiano (Ov.,
Ars Am., I, 325-326) della
vacca di legno costruita da Dedalo, entro cui si introdusse Pasìfae per congiungersi al toro (cfr.
Purg. 26.41-42; vd. anche
imbestiare). Come sost. (§
1.1.1) occorre a
Par. 2.62 in relaz. all'opinione di Dante sulle macchie lunari, confutata in seguito da Beatrice. Nel signif.
1.2 è definito
falso qsa che è logicamente erroneo: nel primo caso la supposizione di Dante di essere ancora nel Paradiso terrestre (
Par. 1.89), nel secondo la
parte verso cui tende un giudizio frettoloso (
Par. 13.119). Assume invece il valore di 'ingannevole' negli ess. raccolti in
2, gen. con rif. alla natura illusoria dei beni terreni: prima come sost. fem. poi come agg. (§
2.1 [2], [1]) nel canto 30 dell'
Inferno per identificare i falsificatori di parola, puniti nell'ottavo cerchio, ossia «la biblica moglie di Potifar, flabellifero del faraone, la quale, rifiutata dal casto Giuseppo, figlio di Giacobbe, lo accusò di violenza carnale (
Gn XXXIX 7-20) e il virgiliano Sinone, il greco che indusse i Troiani, professandosi amico, a portare dentro la città il cavallo di legno (cfr.
Aen. II 57-198)» (Bellomo, p. 477). Nell'occ. di
Inf. 30.115 l'uso sost. è in figura etimologica con
falsasti (vd.
falsare) e
fallo [v. 116] («
falsum è il supino di
fallere», Inglese, ed. e comm.,
ad l.). Sull'agg.
falso si forma il verbo parasintetico
falseggiare (vd.).
Autore: Francesca De Cianni.
Data redazione: 26.04.2021.
Data ultima revisione: 21.03.2024.
1 Che non è conforme al reale o al vero.
[1] Inf. 1.72: Nacqui sub Iulio, ancor che fosse tardi, / e vissi a Roma sotto 'l buono Augusto / nel tempo de li dèi falsi e bugiardi.
[2] Inf. 2.48: «l' anima tua è da viltade offesa; / la qual molte fïate l'omo ingombra / sì che d'onrata impresa lo rivolve, / come falso veder bestia quand' ombra.
[3] Purg. 15.117: Quando l'anima mia tornò di fori / a le cose che son fuor di lei vere, / io riconobbi i miei non falsi errori.
[4] Purg. 22.29: Veramente più volte appaion cose / che danno a dubitar falsa matera / per le vere ragion che son nascose.
[5] Par. 6.21: Io li credetti; e ciò che 'n sua fede era, / vegg' io or chiaro sì, come tu vedi / ogne contradizione e falsa e vera.
1.1 Riprodotto artificiosamente come reale, finto (
estens.).
[1] Inf. 12.13: cotal di quel burrato era la scesa; / e 'n su la punta de la rotta lacca / l'infamïa di Creti era distesa / che fu concetta ne la falsa vacca...
1.1.1 Sost. Ciò che non risponde a verità.
[1] Par. 2.62: Ed ella: «Certo assai vedrai sommerso / nel falso il creder tuo, se bene ascolti / l'argomentar ch'io li farò avverso.
1.2 Che è frutto di errore concettuale; sbagliato logicamente.
[1] Par. 1.89: Ond' ella, che vedea me sì com' io, / a quïetarmi l'animo commosso, / pria ch'io a dimandar, la bocca aprio / e cominciò: «Tu stesso ti fai grosso / col falso imaginar, sì che non vedi / ciò che vedresti se l'avessi scosso.
[2] Par. 13.119: ché quelli è tra li stolti bene a basso, / che sanza distinzione afferma e nega / ne l'un così come ne l'altro passo; / perch' elli 'ncontra che più volte piega / l'oppinïon corrente in falsa parte, / e poi l'affetto l'intelletto lega.
2 Che trae in inganno.
[1] Inf. 18.49: E quel frustato celar si credette / bassando 'l viso; ma poco li valse, / ch'io dissi: «O tu che l'occhio a terra gette, / se le fazion che porti non son false, / Venedico sè tu Caccianemico.
[2] Purg. 30.131: Quando di carne a spirto era salita, / e bellezza e virtù cresciuta m'era, / fu' io a lui men cara e men gradita; / e volse i passi suoi per via non vera, / imagini di ben seguendo false, / che nulla promession rendono intera.
[3] Purg. 31.35: Piangendo dissi: «Le presenti cose / col falso lor piacer volser miei passi, / tosto che 'l vostro viso si nascose».
[4] Par. 1.135: e sì come veder si può cadere / foco di nube, sì l'impeto primo / l'atterra torto da falso piacere.
2.1 Che mente alterando o falsificando la verità con consapevolezza.
[1] Inf. 30.98: L'una è la falsa ch'accusò Gioseppo; / l'altr' è 'l falso Sinon greco di Troia: / per febbre aguta gittan tanto leppo».
– Sost. Persona bugiarda.
[2] Inf. 30.97: L'una è la falsa ch'accusò Gioseppo; / l'altr' è 'l falso Sinon greco di Troia: / per febbre aguta gittan tanto leppo».
2.2 Sost. Affermazione coscientemente contraria alla verità, menzogna.
[1] Inf. 30.115: «S' io dissi falso, e tu falsasti il conio», / disse Sinon; «e son qui per un fallo, / e tu per più ch'alcun altro demonio!».