Prima att.
Latinismo da
circumcingere (LEI s.v., 14, 697.38). Il verbo (o l'agg. derivato dal suo part.) ricorre più volte nei commentatori, anche al di fuori della glossa a
Par. 28.28, sia nel senso dantesco sia nel senso di 'rivestire (di luce)' (cfr.
Corpus OVI). Per il resto, è d'uso raro e, considerando anche il suo part. in funzione di agg. o di sost., è utilizzato nel senso generico di 'circondare', con rif. all'acqua o a strutture difensive (
Mazz. Bell., Storia [ed. Gorra], p. 522;
Deca terza di Tito Livio, L. 5, cap. 22, p. 51), o nel senso di 'rivestire' (
Sacchetti, La battaglia, III, ott. 23.8, p. 44); tali signif. e tali usi fra l'altro erano già presenti in lat. (cfr. TLL s.v.
circumcingo). Baldelli,
Dai siciliani, p. 607, annovera
circumcinto tra le «parole della scienza e della tecnica»; tuttavia ricerche sulle att. di
circumcingere in lat. e sul lessico scientifico lat. e volg. dell'epoca non forniscono conferme in tal senso, eccetto un'occ. di Martianus Capella (TLL s.v.
circumcingo § 1: «ipsae [lineae] quoque superficiem circumcingunt»). Nel descrivere i cerchi concentrici di
Par. 28, dunque, Dante sembra servirsi di
circumcingere con un signif. e un uso diversi (e più specifici) anche rispetto a ciò che si riscontra in lat., fermo restando che, come indica Chiavacci Leonardi,
circumcinto, «più preciso e più forte del semplice circondare», «riprende il verbo
cignere» utilizzato al verso precedente. Infine, si osservi che Dante stesso, in
Ep. 7.12, utilizza il lat.
circumcingi, ma con rif. all'Oceano e con il signif. generico e classico di 'circondare'.
Autore: Cristiano Lorenzi Biondi.
Data redazione: 01.03.2017.
Data ultima revisione: 11.05.2018.