Vocabolario Dantesco
callaia s.f.
Commedia 1 (1 Purg.).
Commedia callaia Purg. 25.7 (:).
Prima att. Deriva da calla (vd.). Borghini, Scritti, p. 191, osserva la sostanziale sinonimia di calla e callaia. Inoltre, ivi, pp. 257 e 336 afferma: «callaia significa passo stretto, dico passo o valico et non via» e, ancor più precisamente, «un posto che entri o ne’ campi o risponda in viottoli, et è come porta che si usa di chiudere con strumi [?] o cancelli». Egli sottolinea (ivi, p. 191) che callaia era impiegato in espressioni legate alla caccia: “va alla callaia”, “aspetta alla callaia”, “habbi cura alla callaia” (cfr. anche l’espressione mandare in callaia, registrata in TLIO s.v. callaia, e le locuz. registrate in GDLI s.v.); «di qui son dette callaiuole [cfr. TLIO s.v.] certe reti et instrumenti da piglare le lepri al passo». A conferma del signif. indicato dal Borghini cfr. Sacchetti, Trecentonovelle, novella 91, in cui i personaggi, per entrare in una vigna «ben affossata, e con una buona siepe», sono invitati a passare per una callaia (o, come si legge poco prima, una callaietta [cfr. TLIO s.v.]) e, quindi, a «tenere man dritta». Inoltre si veda l’interpolazione di un copista fior. (sec. XV in.) in reazione al commento lanèo di Purg. 25.7 («callaia si è via maore»), evidenziata da Volpi, Per manifestare, p. 149: «callaia. Si è entratura d’un viottolo che segue poi in più gran vie».
Autore: Cristiano Lorenzi Biondi.
Data redazione: 10.07.2017.
Data ultima revisione: 27.04.2018.
1 Passaggio stretto.
[1] Purg. 25.7: così intrammo noi per la callaia, / uno innanzi altro prendendo la scala / che per artezza i salitor dispaia.