Retroformazione su
cacciare (vd.), a sua volta dal lat. volg. *
captiare (LEI s.v., 11, 848.6). Il sost. è att. in diversi doc. mediolat. due-trecenteschi (cfr.
ibid.), mentre in volg. si registra già dalla fine del sec. XII, secondo un'ampia e ben differenziata distribuzione geolinguistica (vd.
TLIO s.v.).
Caccia è impiegato da Dante esclusivamente in poesia, ed è spesso in posizione rimica. La struttura semantica proposta distingue le occ. del termine nel poema con signif. propr. (§
1), rif. cioè all'inseguimento e alla cattura di animali, e quelle impiegate estens. (§
2), in cui le prede sono in realtà esseri umani. Al §
3 si isola l'espressione
correre in caccia di
Purg. 6.15, di discussa interpretazione: coerentemente con l'uso dell'it. antico, infatti,
caccia può qui valere sia 'inseguimento' sia 'fuga' (vd. ancora
TLIO s.v.; Barbi,
Problemi, vol. I, p. 222). Gli stessi commentatori, del resto, concordi nell'identificare «l'altro che annegò» (v. 15) con Guccio dei Tarlati di Pietramala, divergono nel riferire le circostanze della sua morte. Così, per es.,
Iacomo della Lana: «Questo fo un çovene c'àve nome Çuço d'i Tarlati da Sena, lo quale a la sconfitta de Bibena fo molto perseguido e caçado da quî de Rondino; a la fin fugendo et illi perseguendo, fugì in lo fiume d'Arno lì s'anegò» (
ad l.). E Benvenuto da Imola: «
e l'altro, scilicet, aretinus,
che annegò, scilicet, in flumine Arni,
correndo in caccia, dum persequeretur hostes, vel illi eum» (
ad l.). Per l'uso di
caccia come 'fuga', cfr. anche l'espressione
mettere in caccia più volte att. nel
Fiore: es. «E' convien che ssia morto o messo in caccia, / Sanza trovar in noi mai ridenzione / Né per merzé né per cosa ch'e' faccia...» (ivi, 93.11-13). Infine, nella poesia dantesca il sost. può anche assumere il valore fig. di 'richiesta insistente, tenace', nell'ambito del corteggiamento amoroso: «Periglio è grande in donna sì vestita: / però l'afronto de la gente verde / parmi che lla tua caccia [non] seguer de'». (
Rime 99.12-14). Cfr. anche
Andrea Cappellano volg.: «e non si convegna bene a savio tale caccia seguire» (ivi,
Prefazione, p. 3).
Locuz. e fras. L'espressione
andare a caccia per 'cacciare' (
Inf. 12.57), ancor oggi comune, ricorre con frequenza nell'it. antico fin dalle origini (vd. TLIO s.v.
caccia). Per
correre in caccia (
Purg. 6.15), vd.
Nota, §
3.
Autore: Barbara Fanini.
Data redazione: 25.10.2021.
Data ultima revisione: 18.12.2021.