Vocabolario Dantesco
battesmo s.m.
Commedia 5 (1 Inf., 1 Purg., 3 Par.).
Commedia battesmo Inf. 4.35 (:), Purg. 22.89 (:), Par. 20.127 (:), 25.9, 32.83.
Dal lat. crist. baptismus (vd. LEI s.v. baptismus/baptismum/baptisma, 4, 1092). Il sost. è att. per la prima volta, come battismu, nella Formula di confessione umbra, datata al 1065, rif. al sacramento cristiano (vd. TLIO s.v. battesimo, 1). Con lo stesso signif. ricorre ampiamente anche in testi tosc. più o meno coevi alla Commedia (vd. Corpus OVI). Dante impiega il sost. in tutte le cantiche e nella forma trisillaba battesmo, conforme al lat. In partic., a Inf. 4.35 e a Purg. 22.89 - ove si trova in rima -, e a Par. 25.9, vale 'primo dei sette sacramenti del cristianesimo', e condizione per la salvezza, rif. rispettivamente alle anime confinate nel Limbo, alla conversione del poeta Stazio e al battesimo ricevuto dall'autore nel «bel San Giovanni» (Inf. 19.17) e messo in rapporto con la sua agognata incoronazione poetica a Firenze. Inoltre, a Par. 32.83, nel contesto del discorso di San Bernardo sulla predestinazione dei fanciulli beati, il vocabolo, estens., indica più generic. l'autentica iniziazione alla fede in sé, sancita appunto dal sacramento del battesimo voluto da Cristo. Infine, a Par. 20.127, il sost. allude all'infusione diretta delle virtù teologali, per volere di Dio, che funse da battesimo per il redento eroe troiano Rifeo, almeno mille anni prima che il sacramento cristiano venisse istituito. Gli antichi commentatori non si soffermano sul signif. del vocabolo nel poema, dacché consolidato nell'it. antico. Nell’it. moderno la voce, fissatasi nella forma quadrisillaba battesimo, fa parte del vocabolario di base ed è indicata dal GRADIT come di alto uso sia per 'sacramento del cristianesimo' sia nell’accezione estens. e generic. di 'cerimonia di consacrazione o di inaugurazione' (vd. GRADIT s.v. battesimo).
Autore: Francesca Carnazzi.
Data redazione: 27.09.2018.
Data ultima revisione: 23.03.2025.
1 [Relig.] Sacramento  del cristianesimo, con cui si entra a fare parte della Chiesa.
[1] Inf. 4.35: Lo buon maestro a me: «Tu non dimandi / che spiriti son questi che tu vedi? / Or vo' che sappi, innanzi che più andi, / ch'ei non peccaro; e s'elli hanno mercedi, / non basta, perché non ebber battesmo, / ch'è porta de la fede che tu credi; / e s'e' furon dinanzi al cristianesmo, / non adorar debitamente a Dio: / e di questi cotai son io medesmo.
[2] Purg. 22.89: E pria ch'io conducessi i Greci a' fiumi / di Tebe poetando, ebb' io battesmo; / ma per paura chiuso cristian fu'mi, / lungamente mostrando paganesmo; / e questa tepidezza il quarto cerchio / cerchiar mi fé più che 'l quarto centesmo.
[3] Par. 20.127: Quelle tre donne li fur per battesmo / che tu vedesti da la destra rota, / dinanzi al battezzar più d'un millesmo. / O predestinazion, quanto remota / è la radice tua da quelli aspetti / che la prima cagion non veggion tota!
[4] Par. 25.9: con altra voce omai, con altro vello / ritornerò poeta, e in sul fonte / del mio battesmo prenderò 'l cappello; / però che ne la fede, che fa conte / l'anime a Dio, quivi intra' io, e poi / Pietro per lei sì mi girò la fronte.
[5] Par. 32.83: Bastavasi ne' secoli recenti / con l'innocenza, per aver salute, / solamente la fede d'i parenti; / poi che le prime etadi fuor compiute, / convenne ai maschi a l'innocenti penne / per circuncidere acquistar virtute; / ma poi che 'l tempo de la grazia venne, / sanza battesmo perfetto di Cristo / tale innocenza là giù si ritenne.