Commedia |
2 (1 Purg., 1 Par.). |
Commedia |
avvampa Purg. 8.84 (:); avvampo Par. 25.82 (:). |
Altre opere |
avampar Fiore 17.4; avampava Fiore 17.10. |
Verbo parasintetico da
vampa (vd.), ricorre nella
Commedia esclusivamente in senso fig. (come anche
vampa). A
Purg. 8.84 è il giusto
zelo (vd.) che arde intensamente (ma sempre
misuratamente, «con misura, senza condannare, perché conosce la fragilità della nostra natura», commenta Chiavacci Leonardi,
ad l.) nel cuore di Nino Visconti nei confronti della moglie, che ne tradì la memoria. A
Par. 25.82, invece, è l'apostolo Giacomo ad ardere ancora della virtù che lo accompagnò fino al martirio («in cielo, delle tre virtù teologali rimane in atto solo la carità, poiché fede e speranza hanno lasciato il posto al godimento della vita eterna; nondimeno Giacomo ama ancora ardentemente la virtù di cui fu ricolmo in vita», spiega Inglese,
ad l.). Il verbo, in questa seconda occ., offre un'ulteriore suggestione di splendore, in armonia con la tematica della
luce (vd.) nel
Paradiso e con l'immagine della terzina precedente («dentro al vivo seno di quello incendio tremolava un lampo sùbito e spesso a guisa di baleno», vv. 79-81).
Avvampare ricorre poi due volte nel
Fiore in contesto metaf. col signif. di 'bruciare (con una fiaccola)'.
Autore: Chiara Murru.
Data redazione: 02.10.2019.
Data ultima revisione: 02.11.2020.